Anche Arpae sott’acqua "Persi gli strumenti tecnici per fare le rilevazioni"

Gli uffici dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in viale. Salinatore hanno subìto molti danni: distrutti anche 30 computer e 4 auto".

Anche Arpae sott’acqua  "Persi gli strumenti tecnici  per fare le rilevazioni"

Anche Arpae sott’acqua "Persi gli strumenti tecnici per fare le rilevazioni"

di Sofia Nardi

"L’acqua è entrata dentro con la forza di uno tsunami". A parlare è Patrizia Spazzoli, responsabile di area di Arpae. Si riferisce a ciò che è successo alla sede di viale Salinatore, che insiste al piano terra dello stesso edificio che ospita anche il Provveditorato agli studi e il centro per l’impiego, a poche decine di metri dal parcheggio dell’Argine che la furia del Montone ha colmato come una macabra piscina. Anche qui l’acqua è arrivata con forza dirompente investendo i locali collocati in basso, sul piano del camminamento che dal parco urbano porta nei pressi dei musei San Domenico.

"La sede si trova dietro il secondo argine di protezione realizzato proprio per contenere le piene – spiega Spazzoli –. Quando sull’argine si è creato un varco, ecco che l’acqua ci ha invasi, raggiungendo anche i due metri di altezza". Qui, al piano terra della palazzina di viale Salinatore, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ha i suoi servizi tecnici operativi dove si effettuano i monitoraggi che interessano la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e del livello sonoro ambientale.

"Abbiamo perso circa trenta computer con le relative scrivanie, oltre a quattro mezzi del nostro parco auto – prosegue Spazzoli – , ma soprattutto sono andati perduti i laboratori biologici con i microscopi e tutti gli strumenti tecnici dei quali ci avvaliamo. Sono venute meno anche tutte le attrezzature all’avanguardia utilizzate per i campionamenti".

La forza dell’acqua è riuscita a distruggere anche del materiale cartaceo, ma, in questo caso, il danno è fortunatamente contenuto: "Noi possediamo solo le copie dei provvedimenti, perciò rimangono gli originali. Ci sono alcuni vecchi archivi che appartengono ai ‘servizi autorizzazioni e concessioni’, ma si trovavano in un punto meno toccato dall’esondazione e, in ogni caso, nel corso degli anni abbiamo provveduto a dematerializzare la maggior parte dei nostri documenti".

Durante la terribile alluvione di tre settimane fa, Arpae è stata doppiamente colpita: "Il fiume è entrato sfondando i portoni, ma anche attraverso un tombino della rete fognaria che ha ceduto. Entrare nella sede è stato traumatico e ci ha ben mostrato quanto l’acqua possa essere potente: abbiamo trovato pesanti banconi di laboratorio rovesciati, armadi divelti... Tutto è andato perso".

Dopo i primi giorni di sconforto, però, Arpae è tornata a fornire i suoi servizi, se pure a ritmo ridotto: "In un primo momento mancavano luce e connessione, perciò siamo rimasti bloccati. Appena sono state riattivate queste utenze abbiamo proceduto spostando i mobili, in modo che potesse intervenire la ditta manutentrice. Contestualmente abbiamo riorganizzato i nostri servizi di vigilanza e monitoraggio spostando i dipendenti al terzo piano che era vuoto per restauro. Certo – conclude Spazzoli – la dotazione è minima e mancano tutte le attrezzature, ma è già molto importante essere riusciti a tornare operativi in tempi così rapidi".