Archivio comunale Corsa contro il tempo per salvare atti e opere

Trasferiti già nelle celle frigorifere messe a disposizione dall’Orogel molti materiali importanti. Poi all’ex Conad di via Seganti quelli asciutti.

Archivio comunale  Corsa contro il tempo  per salvare atti e opere

Archivio comunale Corsa contro il tempo per salvare atti e opere

di Gianni Bonali

Proseguono a pieno ritmo le operazioni di ripristino e tutela delle opere dell’Archivio comunale di via Asiago. Il Comune ha infatti reso noto ieri che sono già stati completati i trasferimenti, presso le celle frigorifere dell’azienda Orogel di Cesena, messasi a disposizione nell’emergenza, delle opere del fondo librario ‘Paulucci di Calboli’, dei disegni dell’architetto Rosetti e dei busti della gipsoteca. Inoltre anche i volumi e i libri del fondo Sacchi, i registri di protocollo, le delibere di giunta e il fondo Messaggero sono stati messi in sicurezza da acqua e fango.

Il lavoro e l’attività di salvataggio dei beni archivistici, bibliotecari, museali, secondo il protocollo definito dalla normativa di settore, continua quindi senza sosta "condotto in condivisione con le Soprintendenze competenti e i Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. Contestualmente – continua la nnota del Comune –, mentre si guadagna terreno a seguito della rimozione del fango e delle scaffalature crollate, grazie all’attività delle squadre della Protezione civile provenienti da tutta Italia, continua il lavoro di identificazione dei beni e conseguente programmazione delle movimentazioni a cura del personale comunale, con il supporto di specialisti del settore. E’ stato inoltre individuato un nuovo deposito temporaneo per il collocamento dei materiali asciutti presso l’ex Conad di via Seganti e lo spazio sarà operativo già nei prossimi giorni".

Con queste informazioni il Comune ha risposto in pratica anche a una nota emessa in precedenza da Europa Verde Forlì-Cesena, che chiedeva alla giunta e all’assessore alla cultura informazioni. Gli esponenti Alessandro Ronchi e Maria Grazia Creta rimarcavano come non circolassero foto e notizie in merito a beni storici così importanti. "I cittadini hanno diritto di conoscere la sorte di un patrimonio fondamentale per la storia della città e della comunità – le loro parole –, troppo a lungo relegato a fondo di magazzino, invece di essere adeguatamente valorizzato e reso fruibile".

L’archivio, hanno rimarcato i due esponenti di Europa Verde, dovrebbe comprendere fra l’altro "le sculture in cartapesta di Carmen Silvestroni, i progetti del teatro Sacripanti, antiche lastre fotografiche e i fondi Saffi e Casadei" oltre a quello Paulucci. "Erano lì collocati, tra gli altri, anche reperti archeologici, copie del catalogo originale della collezione Verzocchi, gran parte del materiale del Museo del Risorgimento, materiali della prima e seconda guerra mondiale, le botteghe dell’ombrellaio e del vasaio del Museo etnografico, i pannelli di mostre realizzate", oltre a migliaia di atti del Comune. "Cosa si è salvato?

la città deve sapere. Prima e dopo l’emergenza – concludono Ronchi e Creta – l’assessore si è dimostrato inadeguato".