
Forlì, 27 settembre 2023 – Che stia – finalmente – per arrivare l’autovelox in tangenziale? Il primo passo, fondamentale, è stato fatto: la Prefettura ha detto ok. Ossia, con decreto prefettizio il palazzo del Governo "ha autorizzato l’installazione dell’autovelox sulla tangenziale di Forlì, riscontrando i requisiti richiesti dalla legge".
Questo è un fatto accertato. Da qui in poi non è tutto automatico, perché di mezzo c’è il labirinto della burocrazia e delle sue ineffabili procedure. In particolare, ora la pratica sta su un’imprecisata scrivania di qualche ufficio dell’Anas, il celeberrimo ente che gestisce le strade italiane. Ma non c’è solo l’Anas di mezzo. Il dossier autovelox è infatti di competenza del Comune di Forlì, visto che la strada passa sul suo territorio. E visto che, materialmente – secondo quanto dispone la legge – l’installazione pratica del dispositivo toccherà proprio all’amministrazione di piazza Saffi, che dovrà scegliere il punto esatto dove issarlo su indicazione dei tecnici e sostenere pure i relativi costi. Dovrà essere valutato anche che tipo di autovelox installare; o un rilevatore fisso (i tempi potrebbero allungarsi) o il telelaser degli agenti.
Quindi, quali saranno i tempi? Sul punto nessuno ha l’ardire di sbilanciarsi. Ma di fatto il primo passo concreto per l’autovelox in tangenziale c’è. E non è poco.
L’istruttoria per poter inserire la tangenziale di Forlì nel decreto prefettizio per l’attivazione del dispositivo venne avviato nel gennaio 2021. Come si arrivò ad aprire il caso? "L’elemento di partenza sono stati gli incidenti rilevati della polizia municipale, dai quali è emersa la pericolosità della strada", disse all’epoca l’assessore comunale alla viabilità, Giuseppe Petetta. Le forze dell’ordine, da inizio 2016 a fine 2020, rilevarono 192 incidenti, mediamente 38 all’anno, così suddivisi: 45 nel 2016, 28 nel 2017, altri 28 nel 2018, 47 nel 2019 (il numero più alto, quasi uno a settimana) e 44 nel 2020 (non pochi, nell’anno del primo lockdown).