OSCAR BANDINI
Cronaca

Battesimo a Casanova dell’Alpe: Ermanno è il primo dopo 59 anni

Il borgo, a quasi mille metri di quota, conta appena un residente. I genitori: “Per sei mesi, dopo l’alluvione, abbiamo lasciato Forlì per la casa in montagna. E lì è stato concepito nostro figlio”

Eugenio e Nancy col piccolo Ermanno (che ha il nome del bisnonno) con don Enrico, frate eremita a Pietrapazza

Eugenio e Nancy col piccolo Ermanno (che ha il nome del bisnonno) con don Enrico, frate eremita a Pietrapazza

Forlì, 29 giugno 2025 – Un segno di speranza per l’Appennino dal forte valore simbolico: a Casanova dell’Alpe, in pieno Parco nazionale, borgo a 971 metri sul livello del mare, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine è stato battezzato il piccolo Ermanno Barzanti a ben 59 anni dall’ultimo battesimo (nel 1966 don Stanislao Amadori amministrò il sacramento a Gabriella Fabbri). Invece il picco Ermanno, sotto lo sguardo amorevole dei genitori Eugenio e Nancy Finazzi, ha ricevuto l’acqua santa da don Enrico, frate eremita a Pietrapazza.

Casanova dell’Alpe fa parte del Comune di Bagno da un punto di vista amministrativo, ma fisicamente si colloca nella vallata del Bidente, e fa parte della parrocchia di Santa Sofia e dunque della diocesi di Forlì-Bertinoro. Attualmente Casanova conta un solo residente, presso il podere Farniole.

Il gruppo degli invitati al battesimo
Il gruppo degli invitati al battesimo

“La mia famiglia è proprietaria dal 1989 della casa denominata Paretaio, a pochi chilometri da Casanova dell’Alpe – racconta Eugenio –. Sono cresciuto passando i miei weekend e le estati in quella casa e in quei luoghi. Ermanno lo cercavamo da tempo ed è arrivato un po’ per caso, dopo 6 mesi passati fuori casa a causa dell’alluvione che ci ha colpiti a Forlì nel maggio 2023, ed è stato concepito proprio al Paretaio. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di battezzarlo lì: il piccolo Ermanno prende il nome di mio nonno paterno che non ho mai conosciuto e che peraltro ha fatto il partigiano non troppo lontano da queste zone, dove fu ospitato dopo il rastrellamento tra Spugna e Biserno. Il legame che c’è con queste foreste è molto forte e viscerale. Siamo tornati a Forlì per motivi di lavoro, ma un pezzo del mio cuore è ogni giorno lì e se fosse possibile vivrei sempre lassù tra i monti”.

Un ruolo non secondario ce l’ha Stefano ‘Bob’ Fagioli, fabbro a Cesena che dal 2019 si prende cura della gestione della chiesa e della canonica di proprietà della parrocchia di Santa Sofia: si trova sul crinale che divide il Bidente di Pietrapazza e il Bidente di Ridracoli. Fondata dai Camaldolesi, i primi documenti risalgono agli inizi del XIV secolo, ma divenne parrocchia autonoma solo nel 1784 grazie agli sforzi del Granduca Leopoldo I di Toscana. Tutto il nucleo, compreso il piccolo cimitero, è stato ristrutturato da privati e dalla parrocchia di Santa Sofia.

“Cerco di tenere vivo questo piccolo borgo – precisa Fagioli – che ha una grande storia alle spalle, in tutte le stagioni. Organizzo nel periodo natalizio ma non solo piccole mostre con gli attrezzi che creo, ma anche di fotografi naturalisti e la risposta di escursionisti e appassionati di montagna è sempre positiva. Ora stiamo organizzando la ‘Festa del Popolo’ di Casanova dell’Alpe il prossimo 20 luglio dedicata proprio a Santa Maria del Carmine, una giornata di incontro tra gli ex residenti e i tanti appassionati di questa localià da sempre porta d’accesso alla Foresta della Lama dal versante romagnolo”.