Ancora una volta si parla dei risarcimenti dei beni mobili danneggiati dall’alluvione, un capitolo controverso che è stato oggetto di diverse fasi: inizialmente l’arredamento e gli altri oggetti ‘mobili’ finiti sott’acqua non erano stati inclusi tra quelli rimborsabili, poi era arrivato il contrordine qualche mese fa, la scorsa primavera. La cifra fissata – al massimo 6mila euro per cucina e mobili e per un massimo di quattro stanze – però, non ha accontentato gli alluvionati.
Ora il comitato unitario Vittime del fango ripercorre le tappe: "Noi abbiamo ripetutamente chiesto i risarcimenti in questione e l’adeguamento della relativa cifra, da riconoscersi fino a 30mila euro, cifra ritenuta congrua alle reali necessità degli alluvionati e franati, basandosi su precedenti noti e chiari: ad esempio l’alluvione in Emilia del 17-19 gennaio 2014 e le trombe d’aria del 3 maggio 2013 e del 30 aprile 2014, e di nuovo, per l’alluvione del Panaro del 6 dicembre 2020. Questi riferimenti sono stati più volte messi in risalto nei nostri comunicati e al confronto i risarcimenti per beni mobili fissati per la nostra alluvione, vero disastro epocale, sono davvero irrisori".
Il comitato torna anche sul tema dello scarso numero di accessi alla piattaforma Sfinge, sollevato anche dal vicesindaco Vincenzo Bongiorno in occasione del suo incontro con il commissario Figliuolo: "I motivi di questo ritardo sono stati da noi dettagliatamente esposti ormai da mesi, trovando evidentemente una deludente mancanza di ascolto in merito a tempistiche, periti, documentazioni, e, non ultima, disponibilità di manodopera".
La nota prosegue con una critica alle istituzioni: "I nostri appelli per il massimo dialogo tra tutte le Istituzioni, col costante coinvolgimento dei cittadini, sembrano cadere nel vuoto, eppure è evidente che i problemi si risolvono solo con la piena collaborazione super partes". "Abbiamo bisogno di prospettive concrete per i prossimi anni – prosegue la nota – e di azioni politiche guidate da competenza, chiarezza e lungimiranza, ma anche da condivisione di intenti, unità e capacità di guardare al futuro con una mutata forma mentis, al di fuori delle opportunistiche logiche di partito. La ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio saranno una grande sfida per idee, mezzi, personale, investimenti finanziari e si devono dare risposte adeguate alle reali necessità per non rischiare nuovi disastri ambientali, nuovi dolori e nuove vite spezzate".