OSCAR BANDINI
Cronaca

Bruno al premio Sportilia: "Conduttore per 9 anni. Al bar era come un amico"

Intervistò sul palco 4 ct della Nazionale italiana di calcio, e non solo. Il patron Aleotti: "Nacque un legame, lo chiamavo per il suo compleanno".

Intervistò sul palco 4 ct della Nazionale italiana di calcio, e non solo. Il patron Aleotti: "Nacque un legame, lo chiamavo per il suo compleanno".

Intervistò sul palco 4 ct della Nazionale italiana di calcio, e non solo. Il patron Aleotti: "Nacque un legame, lo chiamavo per il suo compleanno".

Gli organizzatori e gli amici del premio nazionale Sportilia ‘sport e non solo’ di Santa Sofia piangono la morte di Bruno Pizzul il "gigante buono" del giornalismo sportivo. "Bruno era arrivato a Santa Sofia a condurre il Premio Sportilia nel 1998 – precisa il patron Franco Aleotti –, grazie anche al comune amico Quinto Vecchioni, originario di Santa Sofia, organizzatore del prestigioso Premio Torretta di Sesto San Giovanni che Pizzul conduceva da sempre. Diventammo amici e fu facile convincerlo a venire in Romagna a dare lustro a una manifestazione che stava crescendo di anno in anno".

In quegli anni, Pizzul ha introdotto quattro ct della Nazionale Giovanni Trapattoni, Marcello Lippi (entrambi mentre erano in carica), Azeglio Vicini e Arrigo Sacchi. Nonché altri personaggi del calibro di Gianni Rivera, l’arbitro Pierluigi Collina, il presidente della Fiorentina Diego Della Valle. Ma anche nomi non legati al calcio (Francesco Moser, Davide Cassani, Andrea Dovizioso) o allo sport (Piero Chiambretti, il cardinale Ersilio Tonini).

Pizzul dunque ha condotto il Premio per 9 anni fino al 2006. "Ma i rapporti di amicizia non si sono mai interrotti e regolarmente gli facevo gli auguri per il suo compleanno che cade l’8 marzo". Quest’anno, pochi giorni prima della sua morte.

In tanti in paese si ricordano di Pizzul, perché era disponibile con tutti, si fermava a parlare non solo di sport. Il telecronista di origini friulane era un volto noto della tv, la voce del calcio per oltre trent’anni, uno dei più amati nella lunga stagione tra gli anni ‘80 e il 2000, l’erede di Nando Martellini, voce ufficiale della Nazionale. "Era ben visto in paese – dice a sua volta Alvaro Ravaioli, da sempre tra i collaboratori del Premio –. Amava conversare nel bar di Haller e Roberta e quando andava a prendere i giornali nell’edicola di Arpinati nel Borgo doveva abbassarsi per entrare, dall’alto dei suoi 193 centimetri". Per qualche anno aveva condotto anche il premio Sporterme nella vicina Bagno di Romagna, a conferma di un legame con l’Appennino, che apprezzava forse in virtù delle sue origini friulane e del suo passato da alpino.

Pizzul era un professionista serio e anche un buongustaio. "Ricordo che una volta al ristorante ‘La Contessa’ – commenta divertito Aleotti – volle fare un pranzo completo a base di cappelletti. Come antipasto cappelletti in brodo, un primo di cappelletti al ragù, per secondo cappelletti al tartufo e, come dessert, cappelletti pasticciati. Lui non ebbe problemi, noi arrancammo per due giorni. Lo ospitavamo al Palazzo di Ridracoli gestito allora da Domenico Lopedoto che aveva soprannominato il ‘castellano’. Bruno ci mancherà".

Nel gennaio 2011, Pizzul era stato anche a Forlì: invitato dall’Opera Salesiana per una serata dal titolo ‘Sport e promozione del benessere’.