"Scandaloso che si dia ancora retta agli estremisti ambientali dopo aver toccato con mano, soprattutto in Emilia-Romagna, i danni provocati da posizioni puramente ideologiche. L’auspicio è quello che la giunta regionale non si faccia intimidire e ricorra al Consiglio di Stato facendo valere le proprie ragioni". Lo afferma Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega, commentando la decisione del Tar di posticipare al 1° ottobre l’apertura della caccia agli uccelli e alla piccola selvaggina stanziale, accogliendo il ricorso cautelare della Lac (Lega abolizione caccia).
"Nelle motivazioni si legge che in tal modo di otterrebbero ‘una pluralità d’effetti positivi sulla fauna’, non valutati dalla giunta regionale. Ci troviamo di fronte a un’ordinanza inammissibile che, ancora una volta, mette al primo posto specie animali e vegetali senza tener conto delle necessità dei cittadini e degli equilibri dei territori. Personalmente mi batterò contro questo provvedimento, sollecitando la giunta regionale a presentare controricorso al Consiglio di Stato" conclude Pompiginoli.
Sulla questione, che sta facendo molto discutere nell’ambiente della caccia, è intervenuto con una nota anche Luca Bartolini, ex consigliere regionale e dirigente di Fratelli d’Italia Forlì-Cesena. "A meno di dieci giorni dall’apertura della stagione della caccia il solito Tar di Bologna ha accolto la richiesta di sospensione di alcune parti del calendario venatorio dell’Emilia-Romagna per la stagione 202324 e così tutti i cacciatori della nostra regione che, a questo punto hanno già versato circa 500 euro per il rinnovo annuale della licenza, si vedono ridotti in maniera sensibile i periodi di caccia. Una beffa che sa tanto di sentenza a orologeria emessa all’ultimo momento, per creare il massimo disagio a tante persone la cui unica ‘colpa’ è di avere una passione perfettamente legale e ampliamente normata in ogni suo aspetto".
Bartolini poi lamenta che "fra aperture ritardate e chiusure anticipate i cacciatori romagnoli si ritrovano con un calendario venatorio ristretto fra i due e i tre mesi a seconda delle specie, mentre pochi metri oltre i confini regionali gli appassionati possono cacciare senza problemi. E mi fanno sorridere amaramente i sepolcri imbiancati di via Aldo Moro che adesso si stracciano le vesti e annunciano ricorsi contro la sentenza del Tar, quando è proprio la ‘dirighenzia’ di sinistra ad aver spalancato le porte a chiunque si professasse contrario alla caccia e a posizionarlo in ruoli decisionali proprio in quell’assessorato".
Il dirigente forlivese di Fratelli d’Italia quindi rincara ulteriormente la dose. "Sarà che a pensare male – dice – si fa peccato, ma verrebbe quasi da immaginare che qualcuno, dal palazzo della Regione, faccia uscire apposta degli atti impugnabili per favorire gli attacchi da parte delle associazioni ambientaliste e sicuramente faranno ricorso sperando in un accoglimento di qualche aspetto marginale, giusto per far cantare vittoria a qualche consigliere attore non protagonista di questo teatrino. E intanto i cacciatori emiliano-romagnoli pagano fior di quattrini a Regione, Stato, Atc, Assicurazioni. Se fossi in Bonaccini pretenderei di sapere chi è il responsabile di un calendario così mal scritto da meritare lo stop. Ma sicuramente non lo farà per non scontentare i suoi elettori anti caccia delle associazioni animaliste".