
Nella foto diffusa dai rappresentanti dei lavoratori, un termometro interno segna 37° già alle 9.30 di venerdì)
Forlì, 6 luglio 2025 – La Fiom Cgil Electrolux di Forlì ha scritto alla Prefettura, all’Ausl Romagna, all’Ispettorato del lavoro e alla Procura della Repubblica per “chiedere l’intervento e la verifica della situazione relativa allo stress termico del reparto smalteria dello stabilimento forlivese, dove le temperature sono più alte, oltre i 40 gradi”, affinché si possa “adeguare il microclima o gestire lo stress termico” (nella foto diffusa dai rappresentanti dei lavoratori, un termometro interno segna 37° già alle 9.30 di venerdì). Il sindacato sostiene che “le pause extra sono state eliminate dall’azienda. Abbiamo avanzato varie proposte, come aumentare le pause in luoghi con refrigerazione, modificare gli orari e adottare altre misure utili allo scopo, ma, ad oggi, nessuna azione è stata attivata”. Anche se la multinazionale ha confermato al Carlino di aver previsto un turno più ‘fresco’, dalle 6 alle 14.30: scatterà però da lunedì 14 luglio e fino al 18 agosto.
Venerdì alcuni operai hanno abbandonato anticipatamente il turno alle 12.15, a causa delle alte temperature. Sull’episodio, arriva la replica del gruppo: “Nella giornata di venerdì, nella sede forlivese, le misurazioni effettuate in tutte le aree produttive hanno rilevato una temperatura media di circa 31 gradi nella tarda mattinata. Inoltre la percentuale di lavoratori che ha scelto di abbandonare il turno è risultata contenuta, pari all’11%”. E sottolinea: “La salute e la sicurezza dei dipendenti rappresentano una priorità assoluta. Siamo da sempre impegnati a garantire ambienti di lavoro sicuri, salubri e rispettosi delle normative vigenti, adottando misure concrete per tutelare il benessere di tutti i dipendenti”.
Il caldo ‘arroventa’ un altro caso d’attualità, quello dell’ordinanza regionale che vieta il lavoro nei cantieri (nei giorni d’allerta rossa) dalle 12.30 alle 16. Dopo i sindacati, anche il consigliere comunale Pd Federico Morgagni cita il servizio pubblicato dal Carlino giovedì 3 luglio, all’indomani del primo giorno dell’ordinanza: l’articolo sottolineava come si continuasse a lavorare lungo corso della Repubblica e viale Corridoni. L’assessore ai lavori pubblici Vittorio Cicognani aveva risposto: “Non abbiamo nostri dipendenti nei cantieri. Esiste un responsabile della sicurezza ed è compito suo adempiere alle ordinanze”. Parole che Morgagni definisce “incredibili”, perché a suo giudizio mostrano “disinteresse”.
“La tutela della salute deve riguardare tutti i lavoratori – spiega l’esponente dem – e il Comune di Forlì, il cui Sindaco è la massima autorità sanitaria del territorio, dovrebbe avere a cuore questo principio fondamentale, tanto più tenuto conto che i cantieri in questione sono dati in appalto dalla stessa Amministrazione comunale”. Anche Cgil, Cisl e Uil avevano stigmatizzato già venerdì le parole dell’assessore. “Il Comune – riprende Morgagni – avrebbe dovuto essere il primo a garantire l’applicazione dell’ordinanza nei propri cantieri”, anche con “una comunicazione” alle imprese. O, meglio, facendosi parte attiva di un’“intesa con imprese e sindacati per gestire insieme l’applicazione della direttiva, come già fatto dal Comune di Bologna”.