Calo del desiderio sessuale, attenti alla depressione

Aldo soffre di una malattia che turba la virilità. La terapia farmacologica può causare una ferita narcisistica. Per superarla, occorre accettare la realtà e guardare le donne con uno sguardo diverso.

Simonetta

Giunchi *

Posso comprendere il suo dispiacere Aldo per una malattia che turba la virilità come quella del cancro alla prostata. La terapia farmacologica prevede una riduzione del testosterone, che influisce sul calo se non addirittura la perdita del desiderio sessuale. Questa condizione infligge una ferita narcisistica all’immagine di Sè come uomo virile e prestante e richiede il delicato processo di revisione di questa immagine, per non rischiare di cadere nelle spire della depressione.

Verificata la mancanza di soluzioni che determinano la reversibilità di questa condizione, è naturale che, per compiere questa nuova visione di sé sia necessario prima di tutto accettare la realtà, giacché nessun cambiamento è possibile se saltiamo il primo passo, quello dell’accettazione, che non è facile ma neanche impossibile. Per facilitare questo passaggio occorre maturare un atteggiamento positivo verso la vita piuttosto che pensare alla sfortuna e rendersi vittime di essa.

Consiglio pertanto di accogliere la vita per quella che è, senza resisterle, che comporterebbe il prolungare il periodo di sofferenza. Chiedetevi: "La vita cosa mi sta mostrando adesso, in questo momento storico della mia vita? Cosa devo imparare da questa esperienza?".

Nel suo caso, Aldo, potrebbe provare a pensare di guardare le donne con uno sguardo diverso. Una donna non è un oggetto sessuale. E’ bellezza, è vitalità quando è giovane, è sapienza, saggezza, esperienza quando ha i capelli bianchi. Le porto ad esempio una scena di un film di Ang Lee, che si intitola ‘Mangiare, bere, uomo, donna‘. E’ la storia di un cuoco cinese che ha perso totalmente il senso del gusto, tanto da dover fare assaggiare tutte le sue creazioni a un collega, lamentandosi della sua condizione. Il suo collega, di rimando, per consolarlo gli dice: "Ho sentito parlare di un grande musicista che era sordo. Vedi caro amico, la musica non si fa con le orecchie, la cucina non si fa con la bocca e il sesso non si fa con i genitali".

Io penso che in questa frase ci sia un’enorme saggezza. Sono convinta, e non potrebbe essere altrimenti, dato il mestiere che faccio, che tutto quanto sia nella testa e se è vero che la maledizione di invecchiare è quella di rimanere giovani, non calcoli la sua età dalla grandezza della sua prostata, la calcoli dalla grandezza del suo cuore quando vede una donna che sorride.

* psicologa e psicoterapeuta