Forlì, 12 settembre 2024 – La nuova edizione del Festival del Buon Vivere (un tempo si chiamava ‘Settimana’), al via lunedì 23 settembre, non prevederà la mostra fotografica autunnale, che in otto edizioni aveva fatto in tempo a diventare un classico nel panorama culturale forlivese. A confermare la decisione è Gianfranco Brunelli, vicepresidente della Fondazione Cassa dei Risparmi e organizzatore delle grandi mostre (nella foto): quelle artistiche, come i Preraffaelliti nel 2024 e come il ‘Ritratto dell’artista’ da febbraio 2025, ma da qualche anno anche il filone dei grandi fotografi.
“Purtroppo il periodo della mostra coincide con quello più intenso degli scavi per il quarto stralcio del San Domenico. Un cantiere che rende difficile, a causa soprattutto del rumore, la fruizione di un’esposizione. Cosa che non si verificherà, per esempio, in primavera”. Brunelli sottolinea anche che “si tratta di un intervento importante”. Dunque, meglio non rallentarlo: il cosiddetto ‘secondo chiostro’, che chiuderà con una nuova ala del museo lo spazio che veniva utilizzato come arena estiva, è finanziato con fondi Pnrr: deve dunque essere terminato entro il 30 giugno 2026. Restano meno di due anni per terminarlo, pena la perdita delle risorse stanziate dall’Unione europea. Questo rende vana l’opzione di rinviare il cantiere.
Ad ogni modo, Brunelli è chiaro: “Non si tratta di uno stop definitivo”. Insomma, la grande fotografia tornerà ai musei San Domenico non appena sarà possibile. Forlì aveva scoperto questa possibilità proprio durante il ‘Buon Vivere’, tra il 2015 e il 2016, quando fu organizzata la prima mostra del grande Steve McCurry: ‘Icons and women’, con la memorabile ragazza afghana dagli occhi verdi quale immagine simbolo. Nei primi giorni del 2016 il museo visse un vero e proprio assedio, con lunghe code di appassionati in piazzale Guido da Montefeltro: nessuno voleva mancare l’appuntamento con alcuni scatti che hanno fatto epoca. Il totale fu 75mila. Poi via via gli altri: Salgado, Elliot, Scianna, il ritorno di McCurry con ‘Cibo’ e alcune collettive come ‘Essere Umane’ e ‘Civilization’, infine Eve Arnold anno scorso. Un precedente stop era stato causato dal Covid nell’autunno 2020.
I numeri – e la durata – non sono mai stati paragonabili alla grande arte (i Preraffaelliti hanno chiuso a quota 117mila), tuttavia si era creata un’attrazione in più, che faceva vivere il San Domenico per più mesi all’anno. E in effetti l’obiettivo non cambia, visto che il quarto stralcio darà la possibilità di esporre alcune collezioni cittadine in maniera stabile (e conterrà anche un ristorante, come già accade in alcuni grandi musei italiani e stranieri). Tuttavia si è venuta a creare la necessità di uno stop per uno degli eventi più attesi.
La Fondazione, ancora una volta, assicura di voler portare avanti il percorso: in passato, l’ha fatto anche quando veniva evidenziato con timore che i potenziali protagonisti non sono infiniti come accade nell’arte (o quasi). E ribadisce che ci saranno nuove proposte, dopo aver spostato le lancette di un anno.