MATTEO BONDI
Cronaca

Capitale della Cultura. Brunelli al timone del comitato scientifico

Il punto della candidatura in un consiglio comunale straordinario. Il sindaco: "Investimento di 5-10 milioni, ma chi vince ha ricadute importanti".

Il punto della candidatura in un consiglio comunale straordinario. Il sindaco: "Investimento di 5-10 milioni, ma chi vince ha ricadute importanti".

Il punto della candidatura in un consiglio comunale straordinario. Il sindaco: "Investimento di 5-10 milioni, ma chi vince ha ricadute importanti".

Sono già stati fatti passi avanti verso la preparazione del dossier che dovrà essere presentato al Ministero della Cultura per candidare Forlì come Capitale Italiana della Cultura 2028. A rendere conto dello stato dell’arte è lo stesso sindaco, Gian Luca Zattini, in seno alla seduta del consiglio comunale straordinario appositamente convocato su richiesta delle opposizioni.

"Abbiamo proposto e condiviso con Cesena il nome del professor Gianfranco Brunelli, vicepresidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Direttore delle Grandi Mostre, a capo del comitato scientifico che dovrà elaborare le idee culturali sulle quali basare il progetto – ha affermato il sindaco –. A lui il compito di proporre le altre personalità che potranno andare a farne parte. Nomi forlivesi, cesenati o romagnoli, ma che abbiano la capacità di andare al di là del territorio locale".

Il comitato scientifico dovrà interloquire con il comitato promotore dell’iniziativa, di cui fanno parte i sindaci delle due città capoluogo, "ma a cui è stato invitato anche il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessora alla cultura, Gessica Allegni". Idee e linee di indirizzo che dovranno essere ‘messe a terra’ per cercare di portarsi a casa l’obiettivo minimo, cioè, essere selezionati tra le 10 finaliste da cui nel 2026 scaturirà la Capitale Italiana della Cultura.

"Accanto al comitato scientifico – continua il sindaco –, abbiamo già individuato un team di grandi professionisti con una storia comprovata nell’ambito di percorsi partecipativi, per mettere a terra quel dossier che deve avere un profilo romagnolo. Nel corso di queste interlocuzioni tecniche è emerso che le ricadute in termini economici e sociali saranno enormi, anche dal punto di vista dell’attrattività turistica".

Il sindaco poi ha parlato anche della ricaduta economica: "Le candidature vincenti del passato hanno investito nel percorso circa 5-10 milioni, che però non devono uscire tutti dalle casse dei Comuni, che di solito investono sui 2 milioni". Ha poi fatto l’esempio di Pistoia che ha quantificato la ricaduta di essere stata Capitale della Cultura nel 2017 nell’ordine di 12 milioni di e raccolta pubblicitaria sugli eventi organizzati.

Zattini ha anche ripercorso quali siano state le tappe del percorso fino a qui svolte. "Siamo partiti all’inizio dell’anno con una volontà che abbiamo rappresentato al Ministro Giuli. Dopo il primo riscontro positivo, abbiamo iniziato un proficuo percorso di collaborazione con Cesena, rafforzatosi con il protocollo d’intesa dell’11 aprile scorso, con il quale le due amministrazioni si impegnano in maniera paritetica in questa sfida, fermo restando che il Comune di Forlì, per legge e non per sua volontà, sarà l’unico a sottoscrivere e inoltrare il dossier".

È stato anche annunciato che nei prossimi giorni verranno convocati per un incontro tutti gli altri 28 sindaci della Provincia, ma le interlocuzioni verranno estese a tutta la Romagna, "così come era stato fatto quando a candidarsi furono Ravenna e Rimini", ha ricordato Zattini. I consiglieri comunali di opposizione, così come quelli di maggioranza, si sono detto disponibili alla più ampia partecipazione possibile eleggendo la terza commissione come la sede naturale affinché si possano portare e discutere idee in merito, verificando lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione del progetto.