
L’ex azzurra e dirigente della federazione di atletica era finita sott’accusa per fatture e fondi in Trentino Alto Adige: "Ne ho sofferto, io sempre corretta".
Si è concluso dopo poco più di due anni il procedimento aperto contro la forlivese Anna Rita Balzani – completamente scagionata –, all’epoca consigliere della Fidal e presidente di Fidal Servizi, prima per emissione di fatture false, poi addirittura per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il 24 luglio dello scorso anno il Gip di Roma aveva escluso la configurabilità di qualsiasi reato fiscale, mentre con un’ordinanza del 30 giugno scorso il Gip di Rovereto – dove era stato trasferito il procedimento per competenza territoriale – ha chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per il reato di truffa.
"Sono davvero felicissima e molto emozionata – dice Anna Rita Balzani, ex atleta azzurra e dirigente sportiva forlivese – perché dopo tanta sofferenza finalmente la verità è venuta a galla. Sono una persona corretta, che non ha mai fatto ricorso a sotterfugi e anche per questo un’accusa simile mi ha davvero fatto molto male. Ma ne sono uscita più forte: ora basta cattiverie gratuite. La doppia assoluzione a Roma prima e a Rovereto adesso mette bene in chiaro la mia totale, e non soltanto la mia ma di tutti le persone coinvolte, estraneità ai fatti".
Balzani inoltre sottolinea: "Pur essendo stati anni difficili, sono sempre stata fiduciosa perché avevo la certezza assoluta di non aver commesso nessun reato. È un epilogo che mi restituisce onore e dignità. Tuttavia, visto il decadere di tutte le accuse, ho dato mandato ai miei legali di studiare se ci sono gli elementi per una richiesta di risarcimento, anche perché nel frattempo non ho potuto ricoprire incarichi che avrei potuto avere e a cui ho dovuto rinunciare".
Il tutto era iniziato con un’accusa interna di false fatturazioni per far ottenere soldi pubblici alle società coinvolte. La Fidal aveva inizialmente inibito per 60 giorni Anna Rita Balzani, per 80 giorni l’ex segretario generale della Federazione Fabio Pagliara, per 30 giorni Bruno Cappello, patron della società Brixia, e per 80 giorni Carlo Giordani del Palio della Quercia. La vicenda si dipanava infatti in Trentino Alto Adige. Poi la pratica era passata alla giustizia ordinaria, che ora ha deciso di archiviare: il Gip ha accolto le tesi difensive sostenute dagli avvocati Nicola Giancaspro e Raffaele Soddu per Anna Rita Balzani, Guido Valori per Pagliara e Giordani e Andrea Tomasi per Fabio Marega (palio della Quercia).
Inoltre lo stesso giudice ha dichiarato che il presidente federale Stefano Mei – ex campione spezzino che risiede anch’egli a Forlì e aveva presentato l’esposto – non aveva legittimazione a proporre opposizione all’archiviazione, non potendo essere considerato parte lesa. Nel merito, il Gip ha affermato la piena estraneità della Balzani – evidenziando che nel 2021, anno in cui presiedeva il CdA di Fidal Servizi, non si è verificata alcuna violazione – e ha escluso che vi siano "elementi per configurare qualsivoglia reato a carico degli altri indagati, per assenza di artifici, raggiri e dell’elemento soggettivo tipico della truffa".