Caso Sara Pedri, i Nas ai pm: "Indagate l’ex primario e la vice"

Clamorosa svolta nel caso della 31enne dottoressa forlivese svanita nel nulla a Trento il 4 marzo. "Ipotesi di reato di maltrattamenti"

Sara Pedri, la ginecologa scomparsa a Trento lo scorso 4 marzo

Sara Pedri, la ginecologa scomparsa a Trento lo scorso 4 marzo

Forlì, 11 agosto 2021 - Svolta investigativa forse fondamentale nel caso di Sara Pedri, la ginecologa 31enne forlivese misteriosamente scomparsa nel nulla in Trentino il 4 marzo scorso. I carabinieri dei Nas hanno infatti recapitato alla procura di Trento un’informativa in cui ipotizzano il reato di maltrattamenti, chiedendo contemporaneamente all’ufficio requirente del capoluogo trentino di iscrivere nel registro degli indagati l’ex primario dell’ospedale Santa Chiara, Saverio Tateo, e la vice Liliana Mereu, entrambi assegnati ad altro incarico lo scorso 12 luglio, dopo la decisione della commissione interna istituita dall’azienda sanitaria di Trento.

Caso Sara Pedri: "Maltrattamenti su 14 sanitari, indagate Tateo e Mereu" - Sara Pedri, i Nas all'ospedale di Trento - Caso Pedri, la sorella: "Sara vittima di mobbing. L’hanno uccisa le parole sbagliate" Stando agli inquirenti sarebbero 14, tra medici e infermieri (compresa Sara Pedri) coloro che avrebbero subito "demansionamenti, insulti, umiliazioni professionali ma anche fisiche all’interno del reparto...". La palla passa ora alla magistratura. I carabinieri dei Nas di Trento, coadiuvati dai colleghi della polizia giudiziaria, avevano effettuato il 30 luglio scorso un ultimo sopralluogo nell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove lavorava Sara Pedri. L’indagine dei militari mirava proprio a stabilire l’esistenza o meno di un "clima vessatorio" in quel reparto; clima che avrebbe ’costretto’ la dottoressa Pedri a dimettersi dal suo incarico il giorno prima della sua sparizione, ancora avvolta nel più assoluto mistero: il suo corpo non è mai stato trovato, nonostante le ricerche siano andate avanti per mesi lungo il corso e nel pressi del fiume Noce, zona nella quale venne rinvenuta la sua auto, con all’interno il telefonino della dottoressa forlivese. Al vaglio dai militari dell’Arma anche tutti i documenti prodotti dalla commissione interna, in particolare le testimonianze di chi lavora in reparto. Il pubblico ministero di Trento, Licia Scagliarini, aveva già aperto un fascicolo 'modello 45', ossia riferito agli 'atti non costituenti ipotesi di reato', che devono essere valutati e indagati ulteriormente prima di formare eventualmente un’iscrizione della notizia di reato. Contemporaneamente il ministro della Salute Roberto Speranza aveva avviato un’ispezione. Ora giunge questa informativa dei Nas; che avvalorerebbe il sospetto che all’interno del reparto la gestione dei lavoratori, medici e infermieri, fosse quantomeno controversa e che il clima in generale fosse "di tensione estrema"; stando a testimonianze raccolte dai militari, medici e infermieri avrebbero riferito "che demansionamenti, umiliazioni, punizioni fossero frequentissimi, accompagnati da atti violenti, come schiaffi e il lancio di oggetti contro gli stessi operatori...". In una mail, finita nel fascicolo dei Nas, Sara aveva definito il primario Tateo "sovrano illuminato". Poi la ragazza, angosciata dall’ambiente, s’era dimessa. Prima di svanire nel nulla.