Castrocaro, addio al ristorante ’Da Gabriele’

Da quasi mezzo secolo era meta fissa di buongustai locali e turisti. Anna, moglie del fondatore e cuoca, a 88 primavere lascia

Castrocaro, addio al ristorante ’Da Gabriele’

Castrocaro, addio al ristorante ’Da Gabriele’

Un capitolo di storia della Castrocaro più genuina e cordiale si è chiuso la scorsa settimana, quando il ristorante da Gabriele ha abbassato la saracinesca per l’ultima volta. Da quasi mezzo secolo una meta fissa per i buongustai residenti nella città termale ma anche una tappa obbligata per i turisti in transito lungo la tosco romagnola, in quel verdissimo fazzoletto di collina sospeso tra Dovadola e Predappio. Impossibile non lasciarsi catturare dai sapori e dai profumi provenienti dalla cucina a chilometro zero di Anna, 88 anni di energia pura, e di Antonella, moglie e figlia di quel Gabriele fondatore del locale che ancora oggi ne porta il nome. Un personaggio entrato nella memoria e nel cuore della clientela, che ne serba tuttora uno strepitoso ricordo, malgrado siano trascorsi già 15 anni dalla scomparsa.

A rivisitare la storia del locale è oggi il nipote Mirko Mantellini. "Fu il nonno Gabriele a costruire il ristorante: era un autista di corriera con la passione per il buon cibo, pensò di avviare questa attività coinvolgendo moglie e figlia – racconta Mirko, bancario di giorno e addetto agli antipasti e ai primi nei momenti liberi dal lavoro –. In principio aprì un piccolo bar - tavola calda, un’esperienza durata 7 anni, prima del salto di qualità, 48 anni fa". Sugli scudi la classica cucina romagnola: dalla pasta fatta in casa alla carne alla griglia. "Da noi il camino era sempre acceso, in ogni stagione e con qualsiasi temperatura". Di due settimane almeno la lista d’attesa per sedersi a pranzo o a cena. La notizia della chiusura circolava da tempo, ma in tanti speravano in un ripensamento. "Una decisione che andava presa, a fronte di un’età anagrafica che avanza inesorabile. Inizialmente avevamo optato per la fine del 2022 ma alcuni clienti ci hanno supplicato di organizzare i banchetti per le cerimonie in primavera". Appresa la notizia, alcuni habituè non hanno voluto perdersi neanche un secondo di allegro gozzovigliare. "Qualcuno si è presentato sia venerdì, che sabato e domenica. Abbiamo avuto testimonianza commoventi, da parte di clienti ormai amici. Significa che è rimasto qualcosa di quanto abbiamo dato". Al momento del grande passo, un comprensibile smarrimento. "Solo alla fine ci siamo resi conto di quanto potesse essere doloroso – prosegue Mirko –; io ho 45 anni e sono nato tra quelle mura, figlio e nipote unico. Quando ho riposto l’ultima comanda, con gli occhi lucidi mi è passata davanti una vita intera". Ad attenuare la malinconia la decisione di far continuare a vivere il locale, che in futuro ospiterà eventi e cerimonie. "Assisteremo da proprietari, dietro le quinte. Abbiamo avuto primi contatti con wedding planner, che si sono dimostrati entusiasti". Ad asciugare le lacrime anche la gioia di una prospettiva mai vissuta. "Non vedo l’ora che sia Natale per trascorrere le feste tutti assieme". Ovviamente con la nonna ai fornelli: "Diminuisce il numero dei commensali, non più 130 - 150 ma 7. Sarà un modo per non perdere allenamento". Con il nonno sempre presente, sia pure in altro modo. "Pensando a lui, mi viene in mente un episodio: nei primi anni dell’avventura al ristorante, un giorno mise a tavola alcuni clienti addirittura in cantina pur di servirli! Non se ne volevano proprio andare senza aver mangiato!".

Francesca Miccoli