
"Quella del 16 maggio è una data simbolo: c’è un prima e c’è un dopo". Così il sindaco Gian Luca Zattini ha aperto il suo intervento ieri in Provincia, in occasione dei sei mesi dall’alluvione e ha continuato: "Voglio che questa data resti per la città come come un giorno di ricordo, perciò stiamo valutando di dare vita a un concorso di idee che coinvolga anche le scuole per realizzare un monumento che resti a testimoniare quella giornata e la forza della nostra città". Il sindaco ha continuato: "Ora il nostro compito è quello di restituire serenità alle persone, ricostruendo ciò che c’era, ma facendo anche di più e meglio". Prima di concludere il primo cittadino ha voluto dedicare un momento ai ringraziamenti: "Innanzitutto grazie ai cittadini, per la tenacia, la caparbietà e l’autonomia nel gestire la tragedia, grazie alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e alla Protezione civile. È un orgoglio essere sindaco di una città così grande. Dalle difficoltà si esce insieme". La cerimonia ha visto la partecipazione degli studenti dell’istituto musicale Canova, che hanno suonato commoventi brani musicali, i ragazzi del Ruffilli, che hanno montato un video con immagini dell’alluvione e gli attori Marco Cortesi e Mara Moschini, autori del filmato ‘Fango’ con testimonianze di persone coinvolte dal disastro. Ad aprire la serata è stata Alessandra Bucchi, presidente del comitato ‘Vittime del fango’, tra gli organizzatori dell’evento: "Oggi siamo qui per ricordare le vittime: Vittorio, Franco e Adriana, ma anche per dire grazie ai soccorritori e ai volontari. Vorremmo che il ricordo di quello che è successo ci insegnasse qualcosa, soprattutto che un cambiamento è necessario. L’alluvione ha mostrato mancanze e carenze e adesso dobbiamo ripensare il futuro con scelte lungimiranti, senza tenere conto solo degli aspetti economici. Vogliamo che questa giornata sia l’inizio di un dialogo costruttivo con le istituzioni, dalle quali chiediamo di essere ascoltati. Vogliamo guardare al futuro". "Mi accosto a questo tema con rispetto e vicinanza per chi ha sofferto e continua a soffrire - ha aggiunto il prefetto Rinaldo Argentieri - anche i tanti gesti di generosità e di autonomia che hanno avuto le persone in quei momenti ci dimostrano che dobbiamo lavorare insieme. Ci sono le energie, le forze e le sinergie giuste perché cittadini, istituzioni ed enti locali lavorino in modo concreto e coeso". Il concetto è ribadito da Enzo Lattuca, presidente della Provincia e sindaco di Cesena: "Non vogliamo perdere l’emozione di fronte a ciò che è stato, anche se ogni giorno dobbiamo essere lucidi e lavorare per ripartire. Una promessa ci dobbiamo fare: saremo qui per evitare che quello che è successo accada di nuovo, ma per farlo dovremo essere in grado di unirci e stringerci, superando tutti i confini".
Ad annunciare il minuto di silenzio, durante il quale tutte le campane della città hanno suonato a lutto, è stato il vescovo, monsignor Livio Corazza: "Tutti di quella sera abbiamo un ricordo di incredulità. Incredulità di fronte a ciò che stava succedendo, ma anche di fronte alla grande solidarietà che si è manifestata nei giorni successivi. Quell’acqua e quel fango sembravano invincibili, invece abbiamo avuto la capacità di affrontarli".
A sei mesi dall’alluvione, per mostrare il loro affetto nei confronti di chi è stato loro vicino e a chi gli ha aiutati nei giorni più duri, gli abitanti del quartiere San Benedetto hanno esposto alle loro porte dei nastri rossi e bianchi, colori della città, come segno di gratitudine.
Sofia Nardi