
"La collezione Verzocchi a Palazzo Romagnoli non si può dire che non funzioni bene, forse si potrebbe riflettere ancora per trovare uno spazio alternativo per la biblioteca, ma non posso fare un attacco all’azione del Comune", così, ieri pomeriggio, si è espresso Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte e attuale sottosegretario ai Beni Culturali è intervenuto in merito a uno dei temi più caldi e dibattuti di questi mesi, ovvero il trasferimento della collezione del mecenate di origine forlivese a Palazzo Albertinii, in piazza Saffi.
Accolto in Comune dal sindaco Gian Luca Zattini e dall’assessore alla cultura Valerio Melandri, Sgarbi ha visitato il Palazzo Merenda in corso della Repubblica; nato come ospedale cittadino, l’edificio è oggi chiuso e in via di ristrutturazione grazie ai fondi del Pnrr e accoglierà, secondo i progetti dell’Amministrazione, temporaneamente le opere della collezione Verzocchi prima del trasferimento definitivo a Palazzo Albertini. "Stiamo riaprendo questo palazzo meraviglioso, ma ci sono polemiche strumentali da mesi. Spostare la mostra invoglierebbe i turisti a visitare il centro storico", precisa Melandri nella penombra dell’edificio chiuso. Il critico ha osservato con ardore le opere, spostandosi con passo veloce dall’una all’altra: "Occorre preservare questo posto e farlo diventare una bomba in termini di etnografia e antropologia. Inoltre, i capolavori di Cagnacci, Guercino e tanti altri devono stare al San Domenico".
L’assessore Melandri si è affrettato a specificare: "Ci andranno quando faremo il quarto stralcio dei lavori, quindi a breve". Il sottosegretario si è poi spostato a Palazzo Romagnoli, dove lo aspettava una delegazione di Italia Nostra, associazione per la tutela del patrimonio artistico e culturale, che aveva chiesto l’intervento di Sgarbi per fermare il progetto del Comune; infatti, pochi giorni fa il critico si era espresso inviando una nota dove ribadiva che la collezione non doveva essere trasferita a Palazzo Albertini. "L’atto di donazione del 1961 parla chiaro – afferma l’architetto Sauro Turroni uno degli esponenti di Europa Verde –: le opere devono stare vicino alla Pinacoteca civica altrimenti si svincola totalmente dal suo contesto culturale. Tra l’altro vogliono mettere i libri della biblioteca nella cantina di palazzo Romagnoli che sul pavimento ha solo terra battuta e con i precedenti di maggio potrebbe anche allagarsi".
Non è della stessa idea il sindaco Zattini che sostiene: "Abbiamo fatto visionare l’atto ai nostri legali e non c’è nessun vincolo ferreo anche perché la collezione è qui in esposizione solo dal 2013". Dopo la visita e le dichiarazioni di Sgarbi, la situazione sembra aprirsi a un nuovo scenario: "Ha apprezzato molto il nostro progetto – sottolinea Melandri –, e vediamo una maggiore disponibilità rispetto a prima in merito al trasferimento".
I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere la destinazione di quella che è una delle più ricche e significative collezioni della città.