di Gianni Bonali
"Il trasferimento della Collezione Verzocchi dall’attuale sede di Palazzo Romagnoli a Palazzo Abertini in Piazza Saffi è illegittimo: a dirlo è l’atto di donazione". Secondo la sezione forlivese di Italia Nostra, l’obbligo di destinazione imposto (e accettato) il 1° maggio 1961 precisa che Giuseppe Vernocchi ha donato al Comune di Forlì la collezione di 71 quadri "perché venga collocata in una apposita sala della Pinacoteca civica".
Continua così il braccio di ferro fra quanti osteggiano il progetto del Comune e l’assessore alla cultura Valerio Melandri che invece ne è il fautore. Verzocchi, titolare di un’importante azienda edile e grande appassionato d’arte, aveva commissionato ai migliori artisti italiani del ‘900 quadri dedicati al tema del lavoro. Unici requisiti: le dimensioni e l’inclusione di un mattone in ogni opera che recasse la sigla della sua azienda: V&D. Accettarono artisti del calibro di Casorati, De Chirico, Depero, Guttuso, Capogrossi, e tanti altri, le cui opere compongono quindi la celebre collezione, fiore all’occhiello del patrimonio artistico forlivese. "Siamo preoccupati – afferma Riccardo Helg di Italia Nostra – perché il progetto di trasferimento isola di fatto la collezione e la svincola totalmente dal contesto culturale dei quadri della Pinacoteca civica".
A supporto della propria tesi Italia Nostra mostra anche un documento a firma dello studio legale ‘Danovi & Giorgianni’ di Milano, già consegnato all’amministrazione comunale, che intima di non trasferire i quadri per non violare la volontà espressa dal mecenate negli atti di donazione. "Deve essere mantenuto il nesso che lega la collezione Verzocchi alla Pinacoteca – ribadisce l’avvocato Fausto Baldi –, sia in termini spaziali che culturali e di fruizione pubblica". Marina Foschi di Italia Nostra spiega come "non sia noto per quanto tempo i quadri rimarranno in deposito dopo il disallestimento dell’attuale sede. Tutto lascia pensare che le opere rimarranno inaccessibili probabilmente per un anno". La recente petizione promossa per mantenere la collazione a Palazzo Romagnoli ha raccolto più di mille firme, ma al momento l’assessorato alla cultura ha confermato il trasferimento a Palazzo Albertini.
"Il progetto complessivo – precisa Luciana Prati, presidente di Italia Nostra di Forlì – andrebbe illustrato pubblicamente ai cittadini, che sono i fruitori e i benificiari di questo importante patrimonio culturale da tutelare e conservare, anche per avere un quadro preciso degli spostamenti e la tempistica di realizzazione". "Rimangono quindi forti contrarietà, a cui si aggiungono i timori per il futuro dei musei forlivesi "sempre più legati a una idea di promozione e sempre meno rappresentativi dell’identità culturale della città. Il rischio è quello di una frammentazione della collezione in più sale su piani diversi – conclude Prati –,non rispettando la volontà dello stesso Giuseppe Verzocchi".
In giornata anche il sottosegretario al ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi è intervenuto sulla questione: "Sindaco, amministrazione comunale e Soprintendenza si attengano alla convenzione stipulata con il donatore" il suo messaggio a confermare e appoggiare la posizione di Italia Nostra.