
Giancarlo Corzani, direttore di Confesercenti
Il Tar si esprimerà il 27 marzo sul ricorso presentato da Confesercenti relativamente a 170 metri quadrati di vendita che non sarebbero stati conteggiati nel progetto della nuova Esselunga in via Ravegnana. Esselunga ha avviato il percorso di selezione di personale – si tratta di 100 persone – in vista dell’apertura della medio-piccola struttura di vendita e del bar, in via Ravegnana a Forlì.
"Ovviamente, pur essendo rappresentanti della maggior parte dei punti di vendita già operanti su Forlì, auguriamo loro di riuscire a dare le migliori risposte occupazionali ai tanti giovani e meno giovani, uomini e donne che ne vanno alla ricerca, sperando che non ne conseguano troppe dismissioni di personale già occupato", spiega Giancarlo Corzani, direttore di Confesercenti (a destra). "Lo deciderà il mercato e, per quanto ci è stato dato di vedere, la recente apertura a Ravenna, non ci pare abbia determinato particolari scosse telluriche. Tuttavia, rispetto alle modalità di apertura del punto di vendita in via Ravegnana, in particolare nel conteggio della superficie di vendita individuata per il rilascio dell’autorizzazione commerciale del punto di vendita alimentare, c’è, a nostro parere, una macroscopica illegittimità, che va sanata e che non abbiamo intenzione di lasciare andare. Fortunatamente, visti i tempi, la vicenda del nostro ricorso di merito al Tar Emilia-Romagna, è già stata messa in calendario in udienza pubblica, a Bologna, per il prossimo 27 marzo. Vedremo quale sarà la sentenza e i suoi effetti".
Corzani ha contributo "a definire, in rappresentanza della Confesercenti regionale, oramai un quarto di secolo fa, il passaggio normativo che costituisce a tutt’oggi riferimento della questione oggetto del ricorso, non ho dubbi rispetto alla corretta interpretazione della normativa di cui trattasi e, ciò nonostante, fin dall’inizio ho accettato la buona fede degli uffici comunali che doveva interpretarla, poiché non di rado, ho potuto verificare che le norme, nella fase interpretativa, subiscono deviazioni non banali, rispetto alla volontà di chi le ha emanate".
Però "dal momento in cui, nel caso specifico, abbiamo messo a disposizione della struttura amministrativa comunale gli evidenti elementi per convincersi a rimediare l’atto amministrativo, per altro senza farne occasione di polemica pubblica, nonostante fossero i giorni della generosissima sponsorizzazione di Esselunga alle luminarie cittadine, la scelta dell’Amministrazione di non intervenire a rivedere i contenuti dell’autorizzazione commerciale, sulla base di elementi che saranno, ragionevolmente smentiti in sede di esame al Tar e, ancor più, la risposta e gli argomenti di chi rappresentava Esselunga, apparsi sulla stampa, ci hanno convinto che l’unica strada da percorrere era proseguire il percorso del ricorso al Tar. Quindi, in effetti, non abbiamo messo, al riguardo, nulla dietro alle spalle".
Ancora: "Quello di cui non mi capacito è per quale ragione e sulla base di quali presupposti, anche di stile, un colosso come Esselunga, abbia deciso di presentarsi in Romagna, con queste forzature. Sistemi quella benedetta superficie di vendita, poi apra e faccia la sua competizione commerciale. Non c’era davvero bisogno di presentarsi, da un punto di vista amministrativo, in questo modo, ma sia ben chiaro, tenuto conto che operare in una superficie di vendita superiore a quanto si dovrebbe legittimamente utilizzare, genera maggiore superficie espositiva, quindi maggiori ricavi, a difesa dei nostri associati, non ci pensiamo nemmeno lontanamente a rinunciare a tutelarli".