PAOLA MAUTI
Cronaca

Contro la guerra a Gaza sit-in delle ’mani rosse’: "Fermiamo le armi"

Quello di ieri è stato il quinto appuntamento: alle 18.30 ogni giovedì un gruppo di cittadini e cittadine (ieri alcune...

Quello di ieri è stato il quinto appuntamento: alle 18.30 ogni giovedì un gruppo di cittadini e cittadine (ieri alcune...

Quello di ieri è stato il quinto appuntamento: alle 18.30 ogni giovedì un gruppo di cittadini e cittadine (ieri alcune...

Quello di ieri è stato il quinto appuntamento: alle 18.30 ogni giovedì un gruppo di cittadini e cittadine (ieri alcune decine) si ritrova per un raduno silenzioso davanti alla prefettura, in piazza Ordelaffi. Hanno le mani dipinte di rosso e stanno lì a testimoniare l’orrore della guerra a Gaza. "Io ci sono ogni giovedì, perché penso che bisogna fare qualcosa – dice la trentenne Giada –. Non potevo restare a casa sapendo ciòo che succede".

La mobilitazione è nata sulla scia tracciata dal gruppo romano ’Mani rosse antirazziste’, che nel 2018 si costituiva per protestare contro le politiche migratorie del governo italiano, per affermare "il diritto di migrare". Promotore dell’iniziativa romana l’ex diplomatico Enrico Calamai. "Ho conosciuto Calamai quando è venuto a Forlì ad inaugurare una mostra sui desaparecidos argentini e mi ha raccontato di questo movimento – dice Marisa Fabbri, un’attivista del gruppo forlivese –. Con Laura Borghesi, medica impegnata nel sociale, Lena Papadaki, artista greca che ha vissuto la dittatura nel suo Paese, abbiamo pensato di creare a Forlì qualcosa di analogo, a difesa di ogni diritto negato. In queste settimane, l’iniziativa non può che riguardare il genocidio a Gaza".

Nel corso del sit-in del primo raduno, è stato presentato al prefetto un documento, nel quale hanno chiesto che l’Italia riconosca lo stato di Palestina, nonché il blocco del traffico di armi con lo stato di Israele, e, dicono i promotori "con il prefetto abbiamo un’interlocuzione continua". Dopo la manifestazione del 9 maggio a Roma, la mobilitazione ha avuto un ulteriore slancio: "Vogliamo dare spazio alle persone che vogliono denunciare, dare una testimonianza e una presenza fisica e simbolica".

Paola Mauti