"Se la vecchiaia – come dice papa Francesco – è la sede della sapienza della vita, da donare ai giovani, come il buon vino che con gli anni diventa più buono", il 92enne Pierpaolo Valtancoli, detto Paolo, di San Benedetto in Alpe ha fatto proprie queste parole con ironia e intelligenza. Da alcuni mesi Valtancoli si trova nella Casa del Benessere di Portico, dopo essere rimasto vedovo e con qualche problema di salute. Ma Paolo ha inventato uno stratagemma "per rendere più leggera la vecchiaia, accompagnata dalle sue inevitabili sorelle". Si sposta sia all’interno che all’esterno della casa di riposo, per esempio per andare al bar a prendere un caffè, con il suo deambulatore personalizzato, anzi ‘targato’. Al centro della targa spicca ben visibile il suo nome, anzi il soprannome, con cui è conosciuto in paese: Parol (che in dialetto ha due significati, ‘paiolo’, ma anche ‘parole’, a significare che la targa ‘parla’, la dice lunga); a sinistra in basso campeggia una I (Italia), sormontata da una corona di stelle (Europa); in basso a destra la sigla SB sta per San Benedetto, sormontata dal numero 32 (la data di nascita, 1932).
"Sono andato a cavallo dai 13 agli 80 anni, come per una vita ho guidato l’automobile e soprattutto l’ambulanza della Misericordia di San Benedetto in Alpe dalla sua fondazione nel 1972 per oltre 40 anni – racconta –. Quindi, guido anche il deambulatore con una certa confidenza". L’idea del deambulatore targato gli è stta "suggerita da un’amica di Firenze. Così, – spiega – quando ’guido’ all’interno della casa di riposo o per il paese, mi sembra di cavalcare ancora il mio Artù, l’ultimo cavallo di razza araba che mi portava al galoppo in tutte le parti dell’Appennino, in particolare alla cascata dell’Acquacheta, per sentirla ‘rimbombare là sopra San Benedetto dell’Alpe, per cadere giù ad una scesa’…come racconta Dante".
A San Benedetto in Alpe e nell’alta valle del Montone dove c’è bisogno, Paolo o Parol è sempre stato a disposizione di tutti per una vita, prima come portalettere (il suo lavoro), poi come cavallerizzo e come volontario autista e accompagnatore della Misericordia, tanto che è stato premiato dal sindaco col titolo di ‘cittadino benemerito’. Fra i tanti ricordi, l’avventura più memorabile di Paolo resta, però, il trasporto in ambulanza di una donna partoriente, portata in paese da una casa lontana una decina di chilometri e poi trasportata di corsa con l’ambulanza all’ospedale di Forlì: "Quando arrivammo al Morgagni-Pierantoni, il bambino stava già vedendo la luce". Conclude Parol: "L’impegno per gli altri fa parte del mio modo di pensare e vivere". Ma la pensata più geniale è quella di targare il deambulatore, "che resta il cavallo più difficile da domare".
Quinto Cappelli