REDAZIONE FORLÌ

Decreto ristori bis, boccata d’ossigeno per oltre 150 circoli locali

Acli e Arci esprimono soddisfazione "per chi ha fatto sacrifici e investito in sicurezza. Non dimentichiamo i più piccoli"

Il decreto ristori bis sancisce anche una vittoria sofferta, combattuta da Acli e Arci che hanno unito le forze e sono riuscite a ottenere di essere incluse nella lista di coloro che beneficeranno dei fondi a favore di chi ha dovuto chiudere i battenti a causa del Covid. Sia i circoli Acli che quelli a sigla Arci, infatti, con l’ultimo decreto si sono trovati costretti ad abbassare la saracinesca, con il rischio di non ricevere alcun aiuto dallo Stato. Sul territorio di Forlì-Cesena sono 55 i circoli Acli, mentre quelli Arci superano il centinaio.

"Il risultato non è totale – commenta Odo Rocchi, presidente provinciale Acli –, infatti avremmo voluto che tutti quei circoli che hanno la funzione di bar potessero proseguire con la somministrazione fino alle 18. Purtroppo la legge è chiara e i circoli devono restare completamente chiusi. In questo contesto un ristoro è molto importante per dare un sollievo ai tanti lavoratori che nel precedente lockdown hanno dovuto contare solo sulle proprie forze e sui propri risparmi". È presto per sapere a quanto, di fatto, ammonteranno i ristori, ma, secondo Rocchi, anche una cifra modesta può rappresentare un sostegno importante: "Anche se si trattasse di qualche centinaio di euro – continua –, quei soldi aprirebbero una strada per i tanti che in questi mesi hanno fatto sacrifici e investito per la sicurezza degli avventori. I circoli Acli hanno una funzione reale nel territorio: di aggregazione, sia in città che nei paesi, ma anche di organizzazione di eventi culturali, di sostegno alle parrocchie e di doposcuola per i giovani. Se questi circoli si trovassero nelle condizioni di dover chiudere, la comunità ne sarebbe impoverita".

"Certo, siamo soddisfatti, ma siamo anche molto preoccupati – sottolinea Frida Forlivesi, presidentessa Arci territoriale –. Ben 34 dei quarantanove circoli forlivesi fanno somministrazione e la proporzione è più o meno la stessa per quanto riguarda Cesena: quelle attività ora hanno dovuto chiudere totalmente, mentre tanti colleghi possono lavorare fino alle 18. Tutte queste realtà ora sono a rischio e il timore è che i ristori non saranno sufficienti a salvarle. A quanto ammonteranno i fondi? E a chi verranno assegnati? La speranza è che non vengano esclusi quei circoli che non hanno la partita Iva. Sul territorio le realtà sono tante: ci sono grandi circoli che organizzano concerti ed eventi importanti, ma non vanno dimenticati quelli più piccoli, siano di aggregazione giovanile oppure quelli frequentati prevalentemente dagli anziani: a volte si rischia di dimenticarli, ma per molti – conclude – sono veri e propri punti di riferimento. Non vogliamo che un domani debbano venire a mancare".

Sofia Nardi