PAOLA MAUTI
Cronaca

Diritto alla salute. Fondazione Gimbe: : "Settore definanziato"

Il presidente Nino Cartabellotta si occupa del monitoraggio del sistema nazionale e regionale: "Occorre attirare medici".

Nino Cartabellotta. , presidente della Fondazione Gimbe: ha aperto un nucleo in città

Nino Cartabellotta. , presidente della Fondazione Gimbe: ha aperto un nucleo in città

Fari puntati sulla sanità, con uno sguardo particolare alla situazione nel nostro territorio. Il salone comunale ha ospitato giovedì il convegno ’La sanità pubblica: cosa non va e cosa aspettarci’, organizzato dalla sezione forlivese della Fondazione Gimbe, che ha lo scopo di monitorare il sistema sanitario pubblico. La sezione si è costituita da pochi mesi, e fa parte di una rete territoriale di gruppi di lavoro che Gimbe sta promuovendo in tutta Italia.

"In molte province, il sistema sanitario non risponde adeguatamente ai servizi richiesti e si sta spostando sempre più verso il privato – spiega Marco Dori, responsabile del nucleo forlivese –. Lo scopo delle sezioni territoriali è quello di intercettare i bisogni sanitari dei cittadini". Un convegno nel corso del quale sono emersi i molti punti forti che caratterizzano la sanità in Emilia-Romagna, ma anche le criticità, come la stima che nel 2026 mancheranno all’appello quasi 200 medici di base.

Molti i professionisti della sanità locale presenti al convegno, che ha visto la partecipazione anche del sindaco Gian Luca Zattini: "Sono qui come cittadino, come medico, anche se non esercito più, e come sindaco – ha detto Zattini –. Gimbe è una realtà che i cittadini rispettano, e gode di una grande credibilità anche per noi amministratori. Forlì ha una sanità che è un’eccellenza, come dimostra il fatto che il nostro ospedale è considerato il secondo nella classifica nazionale. Ci sono anche le criticità, come la carenza di medici di base e di infermieri. Ma – ha concluso il sindaco – noi vogliamo guardare al bicchiere mezzo pieno".

Erano presenti alcuni rappresentanti della sanità pubblica locale. Tra questi Simona Di Cesare, consigliera dell’Ordine provinciale dei medici, che si è soffermata sull’importanza di integrare la struttura ospedaliera con il territorio, secondo un processo che è partito con l’istituzione stessa del Servizio Sanitario Nazionale, "centrato sulla figura del medico di base e con l’incremento, nel tempo, di infrastrutture come le Case di comunità e i Cau". Loretta Vallicelli, vicepresidente dell’Ordine provinciale degli infermieri, ha fornito alcuni dati sulla professione infermieristica, che in Emilia-Romagna conta circa 34mila unità, per 83% donne.

Tra le criticità emerse, il disagio dei minori. "Gli utenti dei servizi di neuropsichiatria infantile erano, dieci anni fa, circa 38mila – ha detto la dottoressa Antonella Cimatti –. Nel 2023 abbiamo registrato 64mila accessi".

In chiusura del convegno è intervenuto Nino Cartabellotta, medico e presidente nazionale della Fondazione. "Il diritto alla salute è previsto dalla costituzione ed è quello che condiziona tutti gli altri, perché la libertà, lo studio, il lavoro non sono possibili se non siamo in buona salute – ha detto Caltabellotta – . A parte il 2013, la sanità pubblica, in Italia, è stata costantemente definanziata in rapporto al Pil. Quanto al personale sanitario – ha concluso Cartabellotta – non abbiamo bisogno di più medici, ma di attrarli nel servizio pubblico".

Paola Mauti