
Le Acli Forlì-Cesena: "Molti professionisti non sono provvisti di una struttura informatica adeguata"
Un percorso innovativo, ma non senza ostacoli. La riforma per la disabilità voluta dalla ministra Alessandra Locatelli punta a rendere più snelle le procedure di accertamento e a garantire un progetto di vita su misura per le persone con disabilità. Tuttavia, la sperimentazione avviata a inizio 2025 in nove province italiane, tra cui Forlì-Cesena, sta evidenziando alcune criticità che rischiano di complicarne l’attuazione. Le Acli nazionali e i suoi patronati segnalano diversi malfunzionamenti nel sistema di gestione delle richieste di invalidità.
"La tradizionale domanda amministrativa – spiega Fabrizio Sbrighi, direttore del patronato Acli provinciale – è stata sostituita dal solo invio telematico del certificato da parte di un medico. Questa nuovo assetto comporta un aggravamento del carico di lavoro per il personale sanitario, che non ha competenze specifiche sulla parte burocratica e previdenziale della domanda perché da sempre è in carico ai patronati o ai sindacati. Alcuni professionisti sono anche sprovvisti di una struttura informatica adeguata a tale scopo". La riforma ha ampliato anche la platea di operatori che possono inviare al portale Inps gli accertamenti per la disabilità: non solo il medico di base, anche lo specialista della sanità pubblica e privata è abilitato.
"La presa in carico del cittadino da parte del patronato avviene solo nell’ultima fase dell’iter di richiesta, limitandosi all’invio dei dati socio-economici necessari per l’erogazione delle prestazioni – sottolinea il direttore –. Oggi ci troviamo con ‘armi spuntate’, perché il contatto diretto nella fase iniziale ci permetteva di accompagnare a 360 gradi le persone fragili lungo tutto il percorso di accertamento, comprendendone meglio i bisogni. Inoltre, rappresentava un’opportunità per informarle sulle tutele previdenziali a loro disposizione e sui diritti legati all’assistenza per i familiari".
Sono numerose anche le segnalazioni che Acli Forlì-Cesena registra sull’aumento dei costi per ottenere il certificato medico: "Gli utenti – continua Sbrighi – ravvisano un incremento significativo della spesa: se prima il documento costava 30 euro, ora si raggiungono anche i 160 euro, con una crescita significativa rispetto al passato".
Dal 30 settembre 2025 verranno poi coinvolte nella sperimentazione altre undici province. Recentemente, il decreto milleproroghe ha posticipato l’avvio della riforma su tutto il territorio nazionale al 1° gennaio 2027.
"Durante le prime tre settimane di sperimentazione sono stati emessi in provincia circa 80 certificati medici, contro i 200 abituali mensili. La situazione ora sembra essersi normalizzata – conclude –. Anche l’Inps ha avuto un ruolo proattivo, riattivando a dicembre il centro medico legale di Cesena, che era stato chiuso tempo fa perché tutto era ormai centralizzato a Forlì". Valentina Paiano