PARIDE
Cronaca

Dobbiamo immaginare città diverse

Paride Antolini esorta a modificare l'uso del suolo e le attività produttive per ridurre il rischio residuo e adattarsi agli eventi climatici sempre più frequenti. Occorre un sistema di difesa diverso per vivere in sicurezza.

Dobbiamo immaginare città diverse
Dobbiamo immaginare città diverse

Antolini *

Continuare su questa strada guardando gli eventi che si susseguono (Toscana, Lombardia, Veneto, Friuli) non ci rassicura per nulla. Si sta cercando di ridurre le fragilità, restaurare il territorio duramente colpito, ma lo si fa con la prospettiva di migliorare il sistema? Né sì, né no: intervenire vorrebbe dire interferire con il tessuto antropico estremamente sviluppato, intervenire sull’economia, sugli interessi dei singoli e dei gruppi, sulle comunità, e sugli equilibri politici. Occorre quindi cercare soluzioni per rompere il meno possibile il tessuto socioeconomico attuale.

Dobbiamo però metterci in testa che anche le città dovranno essere modificate. Pensare che l’acqua resti negli attuali alvei, che il nostro attuale sistema fluviale-torrentizio riuscirà a superare i prossimi eventi è una speranza che non possiamo permetterci. Dobbiamo imparare a vivere con un concetto, il rischio residuo, fino ad ora ignorato e cercare di ridurlo in tutti i modi. Occorre ridare spazio ai fiumi in modo significativo e quindi concepire un sistema di difesa diverso: modificare l’uso del suolo e attività produttive in ampi spazi di destinazione fluviale. La sfida è appena iniziata speriamo di percorrere la strada giusta.

* presidente dell’ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna