Domenica torna la festa di Pietrapazza

Ogni anni gli abitanti si ritrovano per la messa e un pranzo al sacco: la partecipazione è libera.

Domenica torna la festa di Pietrapazza

Alcuni ex residenti di Pietrapazza (e non solo) durante la tradizionale festa che si svolge ogni anno nell’area antistante la chiesa

Torna domenica la festa di Pietrapazza. Attraverso un infallibile passaparola, in tanti provenienti dalla val Bidente, dalla val Savio e dal Casentino, ex residenti e non solo, si ritrovano fin dal primo mattino nel piazzale antistante la chiesa di San Eufemia costruita ex novo nel 1938 sotto la spinta del parroco Domenico Zanchini.

Pietrapazza, a 734 metri di altitudine, è sempre stata nei secoli una terra difficile da vivere e oggi è presente solo un residente oltre ai frati dell’ordine religioso ‘Fratelli di S. Francesco’ che, negli anni, hanno prima ristrutturato la vecchia canonica (di proprietà della parrocchia di S. Sofia) trasformandola in un eremo, poi la chiesa e il campanile. La località ha raggiunto il numero massimo di residenti (245) nel 1789 per azzerasi nel censimento del 1971 dopo il grande esodo nel secondo dopoguerra.

Si tratta di una festa ancora genuina e priva di inutili orpelli consumistici, ma quando si incontrano le famiglie dei Rossi, degli Amadori, dei Milanesi, dei Marianini, dei Fabbri, dei Beoni ed altri lo spettacolo è assicurato. Così domenica alle 11 in tanti ritroveranno la loro chiesa, tirata a lucido per la santa messa, prima del pranzo alla sporta e l’avvio dei giochi tradizionali nel pomeriggio. La valle oggi è un territorio appartato, meta però di escursionisti. Una valle protetta dal Parco nazionale che presenta insediamenti e tipologie costruttive di grande fascino, caratterizzata dai silenzi, da una fauna numerosa e varia, ma soprattutto dai segni dell’uomo come mulattiere massicciate, ponti, maestà, ruderi, ma anche dal recupero di tante abitazioni da parte dei privati e di edifici della Regione trasformati in strutture di accoglienza come il rifugio Trappisa di Sotto, l’albergo ristorante Cà Veroli e la Confluenza B&B, che segnano una inversione di tendenza: dall’abbandono al ‘ritorno’ grazie a un turismo consapevole e al ritrovato gusto della bellezza di questi ambienti fuori dal comune.

Oscar Bandini