GIANNI BONALI
Cronaca

Estate, da giugno ad agosto previste 13.550 assunzioni

La Camera di commercio della Romagna ha diffuso le previsioni occupazionali per il trimestre giugno-agosto 2025 nella provincia di Forlì-Cesena:...

La Camera di commercio della Romagna ha diffuso le previsioni occupazionali per il trimestre giugno-agosto 2025 nella provincia di Forlì-Cesena: gli ingressi previsti (assunzioni a tempo indeterminato e determinato e forme di lavoro flessibile) sono 13.550. Per il mese di giugno le entrate sono 6.220, con prevalente l’impiego dei contratti a tempo determinato, pari al 77%.

Tornando al trimestre, i cinque principali settori di attività risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo con 2.150 ingressi, i Servizi alle persone con 1.190, il Commercio con 950 ingressi, le Costruzioni con 290 e i Servizi operativi di supporto a imprese e persone con 270.

Le entrate segnano un +81% nei servizi (commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone) e nel 66% dei casi in imprese con meno di 50 dipendenti. Il 34% delle assunzioni riguarderà giovani con meno di 30 anni e il 18% delle aziende prevede di assumere personale immigrato. Nel 55% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma in 48 casi su 100 si prevedono difficoltà a trovare i profili desiderati da parte delle imprese.

In Italia cresce inoltre l’impegno formativo delle imprese: nel 2023 ben 748.500 hanno investito in percorsi formativi (+4% rispetto al 2022, +2,8% rispetto al 2021) e anche il numero dei lavoratori coinvolti è cresciuto (del 16,1% rispetto all’anno precedente) a 3.376.600. I tirocini sono invece in lieve flessione con 599.200 attivazioni (-0,66%). Infine, il Fondo nuove competenze edizione 2024 – riporta il bollettino dell’ente camerale –, con un investimento di 730 milioni di risorse pubbliche sull’aggiornamento e riqualificazione dei lavoratori in materia di transizione tecnologico-digitale ed ambientale, può fungere da volano per un maggiore ricorso da parte delle imprese. "È inoltre auspicabile – si legge nela nota – un maggiore impegno delle parti sociali perché nei contratti collettivi nazionali di lavoro la formazione continua sia considerata un diritto per tutti i lavoratori".

g. b.