
A poco meno di un anno dalla rifondazione, la Consulta comunale delle associazioni delle famiglie presenta le nuove proposte e richieste sulle politiche familiari. Un ritorno sulla scena dopo quattro anni di inattività a causa, come sottolinea la presidente Maria Cristina Terenzi, dell’"impossibilità a qualsiasi collaborazione con la precedente amministrazione comunale".
Cinque le proposte della Consulta, che verranno sottoposte in tre appuntamenti a tutte le forze politiche. "Il comune riconosce che la famiglia ha un ruolo fondamentale nella nostra società – sottolinea Barbara Rossi, assessore al welfare e alle politiche per la famiglia del Comune di Forlì –. La consulta ha funzione di rappresentanza delle famiglie, partecipa alla formazione delle politiche familiari comunali in stretto rapporto con l’amministrazione".
La prima tratta del sostegno e dei progetti personalizzati per anziani e disabili; la seconda mette in luce il diritto della donna a non abortire ed essere sostenuta nel rimuovere gli ostacoli, di carattere sociale o economico, che le impediscono di portare avanti la maternità. Particolarmente rilevanti la terza e la quarta proposta, su cui fa particolarmente il punto la presidente Terenzi: "In primis l’adesione del Comune al network nazionale ’amici della famiglia al fine di ottenere il riconoscimento del marchio ’Comune amico della famiglia’; in secondo luogo la creazione di un assessorato alle politiche familiari".
L’adesione al network è un percorso che dura due anni in cui l’amministrazione presenta un domanda di progetto specifica sulle politiche familiari. "Queste ultime, per una distorsione consolidata – spiega la presidente della consulta – sono abbinate all’assessorato al welfare: questo dà un’immagine che esse siano rivolte solo a famiglie in difficoltà. Serve dare un’autonomia all’assessorato alla famiglia in modo che possa intervenire ed interloquire in maniera più diretta". Infine verrà promossa una maggiore comunicazione delle iniziative sfruttando canali d’informazione diversi dai classici giornali cartacei o digitali, a partire dai social e da whatsapp.
"La famiglia è la cellula vitale della società – rimarca il sindaco Gian Luca Zattini –, ed è una realtà continuamente messa in discussione, nonostante debba essere ben definita e condivisa da tutti. Non abbiamo richiesto nessuna prova di fedeltà alle associazioni, per noi sono tutti interlocutori, anzi abbiamo ricevuto e rappresentato questa volontà di essere sostegno pratico per portare a casa questo progetto con assoluta disponibilità senza intervenire nei valori della consulta. Tali iniziative non hanno alcun colore politico".
Maria Cristina Terenzi non si sottrae alla riflessione sull’inclusività e l’apertura ad altri tipi di unioni: "Pur avendo una compartecipazione molto trasversale della Consulta, trovo conferma all’idea che il pensiero maggioritario non è il pensiero dominante. Chi più di un uomo e una donna che si sposano ama la diversità? Questa non è mai un problema, anzi sono convinta che sia uno stimolo. Sulla base di opinioni di tutto l’arco parlamentare, noi lavoriamo sulla famiglia naturale".
Sergio Tomaselli