VALENTINA PAIANO
Cronaca

Farmaci, aumentano i ticket: "Inevitabile per la Regione". Ma crescono le polemiche

Dal 2 maggio i medicinali rimborsabili riportano un costo aggiuntivo, "per affrontare l’invecchiamento della popolazione". I cittadini non ci stanno: "La salute è un diritto di tutti".

Dal 2 maggio i medicinali rimborsabili riportano un costo aggiuntivo, "per affrontare l’invecchiamento della popolazione". I cittadini non ci stanno: "La salute è un diritto di tutti".

Dal 2 maggio i medicinali rimborsabili riportano un costo aggiuntivo, "per affrontare l’invecchiamento della popolazione". I cittadini non ci stanno: "La salute è un diritto di tutti".

Dal 2 maggio, la Regione Emilia-Romagna ha introdotto il ticket sanitario su una serie di farmaci mutuabili, con un costo aggiuntivo di 2,20 euro a confezione, fino a un massimo di 4 euro per ricetta. La misura ha fatto già il suo ingresso nella quotidianità dei cittadini, ma cosa cambia concretamente? La nuova disposizione agisce sui farmaci di classe A, ovvero quelli rimborsabili dal Servizio Sanitario Regionale (Ssr). Per i medicinali di classe C, quelli a pagamento che richiedono la ricetta (come la Tachipirina 1000 o i colliri antibiotici), non si registrano variazioni. In pratica, per un farmaco mutuabile come l’Oki o lo Zirtec, si sommeranno ora 2,20 euro al prezzo già a carico del cittadino. Tale importo si ottiene sottraendo dal costo di listino del medicinale la quota coperta dal Ssr. Un’alternativa per contenere la spesa è la scelta del farmaco equivalente, per il quale si pagheranno solo i 2,20 euro di ticket.

Un’ampia fascia di popolazione continuerà a beneficiare dell’esenzione dal pagamento: si tratta di 1 milione e 650mila emiliano-romagnoli. Rientrano in questa categoria i pazienti affetti da patologie croniche e i cittadini con più di 65 anni appartenenti a nuclei familiari con un reddito complessivo inferiore a 36.151,98 euro, così come coloro che sono disoccupati (e con familiari a carico) con un reddito totale sotto agli 8.263,31 euro.

"Non ci sono state riferite particolari criticità dall’introduzione del provvedimento – spiega Vittorio Manes, presidente di Forlifarma –, molte persone sapevano già della disposizione regionale, tante invece sono esenti. Per informare la cittadinanza abbiamo posizionato degli avvisi nelle farmacie e pubblicato anche post sui social per spiegare in maniera semplice cosa prevede la norma. Il ‘peso’ del ticket si avverte soprattutto su quei pochi farmaci che avevano un costo contenuto, come la cardioaspirina, venduta a poco più di un euro: ora, chi non ha l’esenzione, la paga praticamente il triplo". Anche Federfarma Forlì-Cesena, associazione che rappresenta le farmacie private del territorio, è impegnata a informare e supportare i cittadini di fronte a queste nuove disposizioni.

"Siamo di fronte a un periodo di difficoltà a livello nazionale – commenta Alberto Lattuneddu, presidente dell’ente e titolare della farmacia Malpezzi a Forlì –, dovuto anche ai costi elevati derivanti dalla pandemia e da altre contingenze. Si tratta di una decisione motivata da ragioni economiche, che mira anche a responsabilizzare i cittadini sull’uso appropriato dei farmaci". Lattuneddu aggiunge: "Il nostro servizio sanitario, considerato un’eccellenza e improntato a un modello universalistico, ha bisogno di un sostegno per affrontare l’aumento della spesa farmaceutica legata all’invecchiamento della popolazione e all’impiego di medicinali innovativi coperti da brevetto, che sono particolarmente costosi". Tuttavia, emergono delle criticità nella gestione delle esenzioni, un aspetto tutt’altro che secondario.

"Il problema – prosegue il presidente – è che i cittadini si rivolgono alle farmacie per ottenere chiarimenti sulle proprie esenzioni, ma i farmacisti si trovano in difficoltà nel fornire risposte esaustive perché non sono i referenti preposti e, di fatto, non hanno ricevuto indicazioni in merito. L’esenzione, in molti casi, non è permanente, quindi una volta scaduta a chi bisogna rivolgersi per rinnovarla? I moduli necessari sarebbero dovuti arrivare in via preventiva nelle farmacie per consentire un vero supporto ai cittadini".

La salute di ognuno si fonda sul sostegno di tutti: un principio di solidarietà che rende possibile curare chi ne ha più bisogno. "Assumo ogni giorno un farmaco che costa oltre 1000 euro, sono consapevole dell’impatto economico di certe terapie – racconta Morena, affetta da una patologia cronica, mentre esce dalla farmacia di piazza Cavour –. Non avendo mai dovuto sostenere questa spesa (all’inizio mi recavo fino a Vicenza perché nella nostra regione non c’erano fondi per il mio trattamento) penso che questo aumento del ticket sia comprensibile. Chi non usufruisce del servizio sanitario difficilmente può rendersi conto del suo valore".

Valentina Paiano