
Alle 14.45 di lunedì scorso lo spazio aperto del circolo ricreativo e culturale Arci ‘Asioli’ di corso Garibaldi presentava uno scenario molto diverso rispetto a quello anche solo del giorno prima. Nonostante il sole cocente e solo alleviato dagli ombrelloni, i tavoli per giocare a carte sono già due, uno per il marafone e uno per la scala 40 con tre giocatori. Intorno 8 persone a guardare, commentare, prendere in giro a turno l’uno o l’altro protagonista delle sfida. Insomma, tutto come prima, o quasi.
E’ di nuovo possibile giocare a carte e questo per i circoli fa tutta la differenza del mondo. L’ordinanza del presidente della regione Stefano Bonaccini è stata accolta da tutti i partecipanti e frequentatori di queste strutture con una ideale ‘ola’: "Confesso che mi ero un po’ stufato di ricevere telefonate dai soci che mi dicevano ‘Quand’è che si può ricominciare a giocare a carte?’ Poi finalmente venerdì 3 luglio il tanto atteso via libera".
Scherza ed è visibilmente soddisfatto Walter Caroli, da sei anni presidente dell’Asioli. La ‘sua creatura’ è tornata a nuova vita e lui è il primo ad esserne soddisfatto. E la situazione è simile in tutti gli altri ritrovi cittadini. Qualcuno dei simpatici frequentatori è ancora indeciso e timoroso ("alla tombola abbiamo avuto 40-50 presenze invece delle solite 80", conferma Caroli), ma con il passare dei giorni la passione per la partitina, la voglia di tornare ad uscire e soprattutto di stare insieme agli amici avrà il sopravvento.
Al circolo per anziani ‘I due tigli’ di via Orceoli il simpatico barista Adelmo Mangelli c’è rimasto un po’ male: lunedì era arrivato al circolo sperando di fare una partita ma purtroppo non ha trovato nessun compagno. L’importante intanto era tornare ad uscire: "Sono stato chiuso in casa due mesi e mezzo e il mio fisico ne ha risentito perchè passavo dal letto al divano, alla cucina, alla poltrona e poi ancora al letto... Invece da quando sono tornato ad uscire sto molto meglio e poi ora si ricomincia a giocare a carte".
All’’Asioli’ l’attività ferve. I soci hanno ricominciato da dove avevano interrotto: "Domenica ho fatto la prima partita e devo dire che è stato bello e che mi è mancato non poter giocare – dice Loris Gigli – si passa una giornata in compagnia con le solite prese in giro, la tacchetta, lo sfottersi. E poi i commenti di chi guarda, sono una delle cose più belle". Verdiano Mingozzi a carte ci sa fare e al circolo lo chiamano ‘il maestro’. Inizialmente guarda gli altri e dice: "No, giocare non mi è mancato, mi piace molto stare in casa a leggere e poi la paura di stare male e di non farcela era superiore". Ma è il pensiero di un attimo: "Vede, il marafone qui l’ho inventato io e ora mi tagliano fuori", scherza. Anche Terzio Casadei la forzata permanenza in casa l’ha sofferta: "Due mesi e mezzo in un appartamento di 60 metri con un figlio in carrozzina e una figlia che si è fatta male... è stata molto dura. Mi sono mancati gli amici, il divertimento e gli sfottò della partita, il passare un po’ di tempo in compagnia. Il marafone? Non mi fanno giocare perchè mi hanno portato via tutti i soldi", scherza Terzio riferendosi a qualche bevuta che ha dovuto pagare.
Poco prima delle 16 si forma il secondo tavolo di marafone e Renzo Neri mentre parliamo con aria seria ci dice: "Mi scusi ma adesso devo andare al lavoro...". Si allontana di qualche passo, si siede e comincia la partita. Poi ci guarda e sorride. Al tavolo di scala 40 comanda Umberto Bondi che preferisce non cimentarsi con il marafone: "Così almeno qui se sbaglio, sbaglio io da solo e non devo sentire gli altri che me ne dicono di tutti i colori. A casa non si stava male – commenta – mi stavo quasi abituando, ma la prima volta che ho rimesso piede al circolo mi sono reso conto di quanto sia bello stare qui".
Nel frattempo nel tavolo accanto il ‘maestro’ ha ritrovato brio: "Capire per te è un optional", dice al compagno Terzio colpevole di non si sa quale manchevolezza marafonistica. Terzio si è scelto il compagno considerato più forte e ciò non può passare sotto silenzio: "Ah facile così! Ti piace vincere senza far fatica eh?".Tutti ridono, uno spettacolo impagabile. Profondamente genuino. Profondamente romagnolo. E finalmente tornato.
Stefano Benzoni