
Forlì, 22 giugno 2023 – Un anno dopo cosa si sa del mistero dell’uomo senza testa?
La vittima è Franco Severi, 53 anni, contadino boscaiolo. Fino alla tarda mattinata del 21 giugno 2022 Franco è vivo. Lo vede un barista del paese. Franco spedisce quindi un paio di messaggini ad altrettanti amici. Poi silenzio.
Franco è morto il 21 giugno? Non si sa. Gli inquirenti non hanno certificato un’ora, neanche presunta. Sarebbe morto "tra il 21 e il 22". Franco viene ritrovato la sera del 22 giugno nel fondo agricolo di Ca’ Seggio, comune di Civitella. Luogo oscuro, nel fitto della sierra preappenninica. Un vicino (si fa per dire: la casa colonica è su un clivo a dir poco recondito) va a vedere che fine ha fatto Franco: un amico non ha sue notizie da un giorno. Franco, che viveva da solo, viene rinvenuto alle 21 nel dirupo, tra i rovi, dietro casa. Decapitato.
Un anno dopo, c’è un unico accusato per l’assassinio di Franco; è il fratello maggiore, Daniele, 64 anni, meldolese, pensionato. Gli inquirenti, fin dalla notte del 22 giugno 2022, battono quella sola pista: Daniele. A metterli sulla direttrice sono i fratelli e le sorelle della vittima (nonché del sospettato). In tutto i fratelli sono sette. Ora ne restano sei. Tutti sono contro Daniele. "Questa è una morte annunciata" scrive a botta calda la sorella Anna su Facebook. "Daniele odiava Franco"... Perché? Pensava che avesse dilapidato il capitale che aveva avuto in eredità dei genitori morti (questo il movente, per l’accusa). Tra Daniele e gli altri fratelli il decorso relazionale è punteggiato da risse, insulti, denunce e processi. Il 27 aprile Daniele viene condannato a sette mesi di pena, per lesioni e minacce contro il fratello Romano, durante un veemente litigio.
Già la mattina del 23 giugno ’22 i carabinieri di Meldola mettono sotto pressione Daniele. Autista di ambulanze in pensione, l’uomo viene arrestato l’8 luglio 2022. Carcere preventivo con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, ossia la testa di Franco; mai ritrovata. Ecco, un mistero dietro l’altro: dov’è finita?
I Ris di Parma hanno circoscritto una macchia di sangue di Franco su una scarpa di Daniele. Per la procura (pm Federica Messina) quella è la pistola fumante. C’è anche un paio di guanti di Franco trovati nella Panda di Daniele. Però, stando agli esami tecnici, Daniele quei guanti non li avrebbe mai usati (altro enigma). Ulteriori indizi (tipo le immagini delle telecamere sulla Bidentina, che accertano il passaggio di una Panda simile a quella di Daniele, ma che non riescono a inquadrarne la targa) restano tali. Non significanti.
E come ha fatto da solo Daniele a tagliare la testa a Franco? Nessuno l’ha ipotizzata la scena del delitto. In casa non ci sono tracce di sangue o di colluttazione. Ma in un vecchio video Daniele minaccia Franco, che risponde: "Sì sì me l’hai già detto che mi taglierai la testa...".
Daniele verrà processato il 21 settembre dalla Corte d’Assise di Forlì. I suoi avvocati (Massimiliano Pompignoli e Maria Antonietta Corsetti) ritengono le accuse "deboli e vaghe. La macchia ematica. Non databile". "Perché non sono mai state battute altri piste? Franco – sostengono i due legali – aveva speso tanti soldi. Frequentava night e giocava d’azzardo. Poteva avere parecchi nemici...". All’opposto, gli avvocati Max Starni e Massimo Mambelli, che tutelano i fratelli di Franco, appoggiano in toto l’operato della procura: "Le prove sono evidenti".