FRANCESCA MICCOLI
Cronaca

Funerale coniugi psicoterapeuti morti in A14: "Mi avete amato, guidato e aiutato"

L’addio a Rita Marcheselli e Giancarlo Briganti, deceduti il 2 agosto sull’autostrada verso Bologna. La commozione della figlia

Gremita la chiesa di via Gervasi per i funerali di Rita Marcheselli e Giancarlo Briganti

Gremita la chiesa di via Gervasi per i funerali di Rita Marcheselli e Giancarlo Briganti

Forlì, 8 agosto 2024 – Un abbraccio carico di amore e gratitudine ha accompagnato l’ultimo viaggio di Rita Marcheselli e Giancarlo Briganti, i coniugi forlivesi deceduti il 2 agosto a seguito di in un terribile incidente stradale in A14, nei pressi di Imola, mentre erano diretti a Bologna, dove abitano la figlia Francesca e le nipoti Augusta e Aurora. In una chiesa di Santa Caterina gremita già mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia funebre, a dispetto del giorno feriale e del caldo anomalo, amici, parenti e conoscenti hanno voluto rendere omaggio a due persone diverse in quanto speciali.

Capaci di anteporre al proprio interesse quello degli altri, di dare amore e tendere una mano a chiunque ne avesse bisogno. In veste di psicoterapeuti ma anche come parte della prima comunità neocatecumenale forlivese. E proprio un compagno di viaggio nella strada dell’evangelizzazione ha introdotto la liturgia, presieduta da don Roberto Rossi e concelebrata da 11 sacerdoti. "Oggi Rita e Giancarlo non avrebbero voluto vederci tristi, nonostante il dolore che spacca il cuore: la morte non ha l’ultima parola, non guardiamo solo a quello che è successo ma alziamo lo sguardo verso la Croce" le parole dell’amico Massimiliano, che ha rivisitato la conversione e l’iniziazione cristiana dei coniugi. Un percorso avviato nel 1986 dopo l’incontro con don Arturo Femicelli, netta linea di demarcazione nelle vite di Rita e Giancarlo, che prima di diventare psicoterapeuti, avevano svolto rispettivamente la professione di insegnante di lettere e di chirurgo all’ospedale di Forlimpopoli. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa i due coniugi, entrambi ottantenni e residenti a Carpinello, avevano rinnovato le promesse matrimoniali fatte in Comune a Cana di Galilea e assistito al battesimo della figlia sul Giordano.

Camminare, pregare e vedere la concretezza dei luoghi di Gesù ha colpito e convertito il cuore di Rita e Giancarlo – il ricordo affidato da don Massimo Masini al bollettino parrocchiale, letto da don Rossi –. Una volta tornati a Forlì hanno deciso di entrare nel cammino neocatecumenale come risposta all’amore di Dio trovato. Tanti dialoghi, tanti corsi fidanzati o sostegno per le famiglie, insomma anche per loro in maniera e tempi diversi l’incontro con Gesù nella vita terrena e nella vita senza fine".

Struggenti le parole della figlia Francesca, endocrinologo e dirigente medico all’ospedale Maggiore di Bologna. "C’è un pensiero che cerco di allontanare ma ritorna continuamente e mi distrugge: se non fossero venuti da me, non sarebbe successo". Nello strappo lacerante, la consolazione che "se ne sono andati insieme senza subire il dolore della perdita l’uno dell’altro. Mi hanno sempre e solo amato, guidato e aiutato senza giudicarmi. Sono stati genitori speciali e io spero di riuscire a essere un briciolo di quanto sono stati loro". La liturgia è proseguita tra commozione e profonda tenerezza, un’altalena emotiva sottolineata dai canti e dal coro, ora tenui e delicati, ora potenti. E mentre don Roberto invitava a non disperdere "quanto vissuto e testimoniato" dai coniugi, la nipote Eleonora ha voluto rimarcare "l’amore che sprigionavano i loro occhi mentre si guardavano".

In chiusura il ricordo dei ‘polipucci’, i giovani cresciuti sotto l’ala dei coniugi. "Per noi siete stati nonni, zii, amici e confidenti, un porto sicuro dove trovare rifugio, la porta sempre aperta – ha dichiarato una ragazza –. Ci avete insegnato a scandire le ore della giornata con la preghiera. Rita diceva sempre che non ci può essere ‘Ri’ senza ‘Brig’ ed eccovi qui insieme". Ancora una volta. Per sempre.