Questa volta la mozione, presentata dal Partito Democratico, per avviare il percorso per istituire a Forlì la figura del garante per i cittadini privati delle libertà personali è stata bocciata dalla maggioranza in maniera compatta. La volta scorsa si era assistito a una ‘ritirata’ dei consiglieri di FdI, Forza Italia e Civica. che avevano abbandonato l’aula facendo così mancare il numero legale per la seduta.
Ieri invece a chiarire, da subito, quale sarebbe stato il destino della mozione è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ragni. "Mi dispiace che questo tema sia usato come una clava contro l’amministrazione – ha esordito –. E’ un tema che a noi interessa, tanto che abbiamo presentato una nostra mozione che verrà discussa il prossimo consiglio e che porta la discussione nell’ambito della terza commissione".
A nulla sono valsi gli appelli "alla parte moderata della maggioranza" arrivati dai banchi dell’opposizione, mentre da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia si sono sollevati dubbi sull’efficacia stessa della figura "il primo garante di un detenuto è il suo avvocato che può entrare quando vuole in carcere" ha specificato la consigliera Daniela Saragoni, mentre il collega Paolo Farneti ha affermato che tale compito lo possono fare benissimo i consiglieri comunali stessi "in quanto pubblici ufficiali". Con 15 voti contrari e 11 favorevoli, la mozione è stata bocciata.
ma. bo.