
Gli operai della Giuliano Arredamenti nella manifestazione di ieri mattina
Si è svolto ieri mattina lo sciopero dei lavoratori della Giuliani Arredamenti di via Gramadora, nella zona industriale di Villa Selva, che realizza mobili per arredo sia residenziale che commerciale.
Le maestranze si sono mobilitate, rivendicando diritti e condizioni lavorative adeguate. I sindacati del settore Cgil Fillea, Feneal Uil e Filca Cisl sostengono lo sciopero indetto "per una situazione che, da tempo, ha sollevato rabbia e preoccupazione. Chiediamo la stabilizzazione – spiegano – delle oltre 120 persone precarie del reparto produzione con contratti tramite agenzie di somministrazione, alle volte con rinnovi di mese in mese. Occorre migliorare le condizioni di lavoro: da quelle igienico sanitarie dei servizi, che sono sprovvisti di una qualsiasi forma di manutenzione e decoro, a quelle inerenti alla salute e sicurezza, in particolare con utilizzo di guanti o occhiali, spesso assenti".
I sindacati denunciano il mancato riconoscimento del lavoro straordinario, con turni mal organizzati, e sollecitano la partecipazione al tavolo delle trattative anche delle agenzie di somministrazione responsabili, per cercare di risolvere le questioni sul tappeto.
"Chiediamo la corretta applicazione del contratto dell’industria, anche perché un’azienda con 11 dipendenti diretti non può assumere 120 persone e considerarsi un’impresa artigiana. Auspichiamo inoltre che vi sia da parte dell’impresa una risposta seria alle nostre rivendicazioni, aprendo una trattativa concreta. Questa vertenza – proseguono i sindacati – si va ad inserire in un quadro generale del settore più ampio, di cui devono essere partecipi non solo agli addetti ai lavori, ma anche tutti i cittadini. La controversia infatti non riguarda solo i lavoratori della Giuliani Arredamenti, ma tutte le persone coinvolte nel comparto del mobile".
I sindacati si augurano anche che le autorità del territorio "si interessino alla vertenza e portino la loro solidarietà ai lavoratori in presidio, in attesa che tutte le parti vengano convocate in Prefettura".
Gianni Bonali