Grandezza e tragedia: la storia di Weisz a Galeata

Domani sera allo Zampighi il reading sull’allenatore ebreo che vinse in Italia e rivoluzionò il calcio, trovando poi la morte ad Auschwitz

Grandezza e tragedia:  la storia di Weisz a Galeata

Grandezza e tragedia: la storia di Weisz a Galeata

Prosegue al Teatro Comunale Carlo Zampighi di Galeata la stagione teatrale promossa dal Comune e curata dalla Dire Fare di Giancarlo Dini. Domani alle 21,15 va in scena ‘Lei conosce Arpad Weisz?’. reading tratto da ‘Dallo scudetto ad Auschwitz’ di Matteo Marani con Consuelo Battiston e Leonardo Bianconi, riduzione del testo e regia di Gianni Farina (artwork Tania Zoffol, organizzazione Maria Donnoli, Marco Molduzzi), da un’idea Elena Di Gioia in collaborazione con LibertyStagione Agorà e produzione E production.

Arpád Weisz, ebreo ungherese classe 1896, ha rivoluzionato il mondo del calcio, vincendo uno scudetto con l’Inter (allora Ambrosiana) nel 1929 e due scudetti al Bologna, allenato dal 1935; poi il torneo dell’Expo Universale di Parigi del 1937. Nel 1938 vengono emanate dal re Vittorio Emanuele III le Leggi razziali e Arpad deve dire addio all’amata Bologna e fuggire prima a Parigi e poi in Olanda. Con la conquista nazista dell’Europa il destino di Arpad si compie ad Auschwitz, dove muore la mattina del 31 gennaio ‘44.

"La storia di Arpad Weisz – commenta Dini – è urticante e meravigliosa,vi convivono l’entusiasmo per un allenatore che ha rivoluzionato ‘Il giuoco del calcio’ e il fastidio destato dal contegno degli europei di fronte allo strisciante antisemitismo che stava ammorbando il continente". Nel progetto sonoro del reading, tra campo di calcio e campo di sterminio troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, separati dagli amici. La loro storia è lacerante e le loro parole riemergono grazie alla ricerca certosina di Marani.

Informazioni, prenotazioni e abbonamenti: 376.1224452; ingreso: intero 15 euro, ridotto 13. Abbonamento a 7 spettacoli 65 euro. Replica al Teatro Italia di Rocca San Casciano il 4 febbraio. Oscar Bandini