
Simona Buda e Gianluca Tapparini hanno spiegato come differenziare le plastiche
Una sedia in plastica dove va quando finisce il suo ciclo di utilizzo? La pellicola con cui sono avvolte le verdure al supermercato, invece? Il tubetto del dentifricio? Sono domande che chiunque abbia mai fatto la raccolta differenziata si pone quando si tratta di buttare nel bidone del colore giusto le cose che sono diventate un rifiuto. Soprattutto per quanto riguarda la plastica questi quesiti possono essere a volte ingannevoli.
In primo luogo perché si tratta di plastiche, al plurale, e in secondo luogo perché ognuna, e sono tante, può avere o meno un proprio percorso di riciclo. Proprio per la difficoltà che si può avere nel differenziare nella giusta maniera questo tipo di materia, Alea Ambiente ha avviato una campagna di sensibilizzazione per il corretto conferimento della plastica.
Si parte da un dato: nel 2024 sono state raccolte complessivamente 8.482 tonnellate di plastica e lattine, pari al 10,3% del totale raccolto. "Sono dati eccellenti – conferma la presidente, Simona Buda –, frutto dell’impegno dei cittadini, tanto che lo scorso anno siamo, tutti insieme, riusciti a raggiungere l’82,6% di raccolta differenziata totale". Anche la qualità delle varie frazioni di rifiuti raccolti è alta, "ma migliorabile – spiega il direttore generale, Gianluca Tapparini –, soprattutto per quanto riguarda la frazione della plastica, che rappresenta il materiale più difficile da riconoscere e riciclare correttamente. Se non viene separata adeguatamente nel contenitore giallo, rischia di essere scartata all’impianto di riciclo e di dover essere, così, smaltita come rifiuto secco".
Per supportare i cittadini e favorire un conferimento più consapevole, è stata avviata la campagna di sensibilizzazione ‘Non gettarlo nella plastica’, iniziativa che mira ad approfondire la conoscenza sul corretto smaltimento di questo materiale complesso e spesso difficile da distinguere, anche per i riciclatori più virtuosi. Più il materiale raccolto attraverso la raccolta porta a porta è corretto, più viene valorizzato e il tasso di riciclo aumenta.
"Si tratta anche di un fattore economico, oltre che ambientale – precisa il direttore –. Alea in questi anni non ha aumentato le tariffe anche grazie all’ottima qualità di materia prima seconda che viene conferita ai vari consorzi di riciclo, continuare e migliorare, dove possibile, la giusta differenziazione, permetterà di continuare su questa linea". Il messaggio sarà veicolato per i prossimi 12 mesi attraverso molteplici strumenti: un vademecum, consegnato a domicilio, in cui vengono elencati i materiali che possono essere inseriti nei contenitori gialli, ma anche manifesti, camion vela, social media e sul sito internet di Alea. Ma anche laboratori ad hoc nelle scuole.
(La sedia va all’ecocentro; la pellicola nel bidone giallo, così come il tubetto del dentifricio).
Matteo Bondi