I molti problemi di una città che non è attrattiva

I molti problemi di una città che non è attrattiva

I molti problemi di una città che non è attrattiva

Quattro passi in città per constatare che dopo tanti proclami invece di migliorare possiamo concorrere per far diventare Forlì la Detroit nostrana dell’abbandono. Interi stabili sono lasciati in stato di abbandono e incuria da decenni; palazzi storici e di pregio, sedi di patrimoni archivistici e museali, sono inagibili per lavori mai terminati e le collezioni ovviamente inaccessibili e quasi dimenticate. Altri edifici sono disabitati, con cartelli ’vendesi’ posizionati ovunque da anni. Molte attività storiche sono scomparse, centinaia di negozi sono chiusi da tempo, con vetrine impolverate e la sporcizia si accumula dietro le serrande abbassate.

La stessa piazza Saffi (nella foto, la basilica di San Mercuriale) è nelle medesime condizioni delle strade che la raggiungono. Non è un bello spettacolo nè per noi che ci viviamo, nè, soprattutto, per chi viene da fuori. Sarà anche colpa del Covid e di Amazon, ma in altre città della regione non è così. Si lamenta la mancata frequentazione del centro, ma non c’è più un cinema, l’unica sopravvissuta è la Sala San Luigi: un grazie a chi la gestisce.

Siamo l’unica città capoluogo dell’Emilia-Romagna a non avere un teatro storico. Non abbiamo nè una stagione lirico-musicale che possa attrarre anche pubblico da fuori, mentre il San Giacomo, nella sua straordinaria bellezza, tutto è fuorché un ambiente adatto a ospitare opere e concerti, come il Diego Fabbri era un’ottima sala cinematografica ma non un teatro.

L’ex palestra del Campostrino, anche dopo i lavori, è chiusa da anni: sarà affidata all’Alma Mater che ne farà un centro ricreativo per gli studenti, buon per loro. Dopo 58 anni di attività con la chiusura dell’Hotel della Città in centro non abbiamo più una struttura del genere.

L’unica attrattiva della città è in larga parte legata alle mostre organizzate ai Musei San Domenico, il resto è turismo mordi e fuggi. Altro motivo di interesse, purtroppo per chi è costretto a farlo, è l’accesso alle nostre strutture sanitarie di eccellenza da parte di numerosi pazienti che arrivano da lontano, ma che purtroppo mettono in crisi tali cliniche con lunghe liste d’attesa per i residenti.

Nel tentativo di rivitalizzare il centro si organizzano manifestazioni sportive di importanza oratoriale, con tutto il rispetto dovuto alle società. Non si è invece lesinato nelle colate di cemento per costruire enormi capannoni per ospitare supermercati di cui non si sentiva il bisogno; piste ciclabili spesso inutilizzate perché ricavate in strade poco praticate; parcheggi, ovviamente a pagamento (presidiati da implacabili ausiliari del traffico) ricavati ovunque, anche su entrambi i lati di strade strette in cui risulta difficoltoso il passaggio delle auto, mentre i camioncini di raccolta dei rifiuti e di consegne celeri il modo di passare lo trovano, a volte con danni alle auto in sosta.

Il giardino pubblico è parzialmente inagibile da tempo. Ora, dopo quasi mezzo secolo di abbandono e degrado, è stata finalmente acquisita l’area dell’ex Eridania. Restiamo sfiduciati, in attesa di vedere cosa verrà fatto. Disponiamo di un aeroporto che è oggetto di continui e pesanti attacchi esterni per affossarlo, retaggio di una politica campanilistica di infimo livello.

Prima di proporre la candidatura a patrimonio Unesco di viale della Libertà, credo che il sindaco e questa giunta abbiano ben altri problemi da affrontare e soprattutto da risolvere.

Lettera firmata