I tagli alla sanità forlivese sono colpa della Regione

Dopo aver smascherato la strategia del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che con il suo uomo di fiducia Tiziano Carradori sta tagliando i servizi sanitari a Forlì, la sinistra prova a correre ai ripari ma la toppa è peggio del buco. La sinistra si sveglia improvvisamente e in Provincia, dopo aver messo il bavaglio al dibattito, negando gli interventi ai parlamentari, ai consiglieri regionali e alle associazioni partitiche e sindacali, dando così il segno di una forte debolezza politica, presenta un proprio ordine del giorno generico a sostegno della sanità pubblica che, per mascherare la richiesta all’Ausl di fare marcia indietro sull’eliminazione della Mike 42, l’automedicalizzata che faceva base a Meldola, farcisce il documento di richieste politiche indirizzate solo al governo dimenticando, volutamente, che la competenza della sanità è per lo più regionale in particolar modo per la gestione. Il problema della carenza dei medici è un problema nazionale atavico, ma nell’immediatezza l’emergenza è del comprensorio forlivese ed è davvero incredibile che l’Ausl Romagna non abbia un, ripeto un, solo medico da mettere a disposizione del territorio forlivese per continuare ad offrire un’adeguata copertura del servizio di emergenza. Servizio che peraltro viene mantenuto dignitosamente negli altri territori della Romagna: questa è una scelta deliberata, decisa da Bologna, la politica nazionale non c’entra nulla e trovo vergognoso che si chieda di usare il consiglio provinciale per fare propaganda contro il governo quando fino a ieri, con governi di sinistra, i rappresentanti locali di Bonaccini non lo avevano mai fatto. Ma trovo assurdo soprattutto che si chieda al governo di risolvere un problema che deve risolvere l’Ausl della Romagna, alla quale il documento non fa nessun appello. Della serie: va bene quello che state facendo e se qualcosa non va la colpa è della Meloni.

Luca Bartolini,

responsabile

comprensorio forlivese

Fratelli d’Italia