
Il sindaco Gian Luca Zattini col vicedirettore del Carlino Valerio Baroncini
La cultura, l’alluvione, la sanità, la città che cambia tra Pnrr e storici contenitori da recuperare: l’evento dei 140 anni del Carlino sono stati l’occasione per fare il punto sulla Forlì di oggi e di domani con il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, incalzato dal vicedirettore del Resto del Carlino, Valerio Baroncini, e dal caposervizio di Forlì, Marco Bilancioni.
Per prima cosa, un focus sulla salute del primo cittadino, che ultimamente si è definito "ex paziente". "La situazione sembra essere sotto controllo – ha rassicurato il sindaco –. Ho vissuto questi momenti con serenità consapevole che sia stato molto meglio che sia capitato a me, più che a mia moglie o altri familiari: avrei sicuramente sofferto di più". E come sta invece Forlì? "Sta bene – ha risposto Zattini – perché Forlì ha una forza intrinseca che le permette di superare le criticità. Abbiamo avuto la controprova con il Covid e con l’alluvione".
Il discorso è poi passato a uno dei progetti principali, quello per la candidatura a capitale della cultura italiana 2028. "Proprio oggi siamo stati a un incontro con tutti i Comuni della provincia e anche altri che intendiamo coinvolgere – ha raccontato –. Abbiamo il pieno sostegno della Regione Emilia Romagna, individuato il presidente del comitato scientifico nella persona di Gianfranco Brunelli, condivisa anche dal sindaco Enzo Lattuca di Cesena, e abbiamo anche provveduto a individuare la struttura tecnica che dovrà istruire la pratica". Entro il 3 luglio Forlì dovrà presentare un interesse, mentre il 25 settembre dovrà essere prodotto il dossier vero e proprio. La prima scrematura delle candidature ci sarà a dicembre, andando a decidere le 10 città che dovranno poi presentare direttamente al ministero il proprio progetto. "Ogni tanto qualcuno ci fa notare una criticità. Ma noi ci candidiamo anche per quelle: per superarle". E ha confessato: "Noi e Cesena ci siamo parlati forse più negli ultimi mesi che nei precedenti vent’anni. Già questo è un successo".
Si è tornati poi a parlare di alluvione, ma non solo, con i lavori, annunciati pochi giorni fa, del rifacimento delle fogne di via Bertini: tubature sei volte più grandi di quelle attuali. "Una sfida epocale per mettere in sicurezza interi quartieri anche dalle cosiddette bombe d’acqua. Ci saranno dei disagi, anche perché significa chiudere una delle vie principali per sei mesi, ma dovremo abituarci se vogliamo migliorare la tenuta di tutta la città".
Si sono poi ricordati i vari cantieri in corso per il completamento delle opere con i fondi del Pnrr. "Ma noi vogliamo guardare anche oltre – ha sottolineato Zattini –, per questo a breve daremo incarico per redigere il progetto per l’Hotel della Città, abbiamo poi in essere la riqualificazione del convento della Ripa, grazie al grande interessamento dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano", il primo a sposare l’idea di un nuovo archivio dopo quello inondato. Il primo cittadino ha poi ricordato l’ex Eridania: su questo, si dovrà procedere con un ampio progetto "che mantenga il polmone verde nella sua maggior parte".
Non poteva mancare un parere anche su un altro tema caldo di questi giorni, il futuro dell’Irst di Meldola, tra pubblico e privato. "Penso che possa rimanere il connubio pubblico-privato che tanto a cuore stava anche al professor Dino Amadori – ha commentato il sindaco –. Ho parlato anche con il presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha ben presente il valore dell’Irst. Sono molto fiducioso che con le scelte di questi giorni e con la definizione del nuovo organigramma ci si possa trovare tra un anno a commentare gli straordinari risultati dell’Irst".