
Il ’content creator’ Siboni lavora sul web ed era accreditato presso la Santa Sede "Ho raccontato quei giorni con un video-diario. Papa Leone XIV? Mi è piaciuto".
Dal conclave ai primi discorsi di Papa Leone XIV: il content creator forlivese Mattia Siboni, 26 anni, ha documentato ogni passaggio del conclave sul suo canale Instagram, ma non lo ha fatto come un curioso qualsiasi, bensì come professionista accreditato dalla Santa Sede. "Tutto è cominciato da un forte desiderio, ovvero quello di testimoniare in prima persona un evento epocale incredibile, quale è l’elezione di un nuovo Pontefice. Quando ho visto che c’era la possibilità di fare domanda per ricevere l’accredito ho subito approfittato dell’opportunità". Così Mattia è partito da Forlì, per raggiungere Roma mercoledì 7, giorno d’apertura del conclave.
"L’atmosfera era ricchissima di emozioni. Per me è stato molto interessante partecipare alle conferenze stampa, osservare i movimenti degli altri giornalisti accreditati, ascoltare ciò che si diceva nelle sale stampa, i pronostici, scrutare il passaggio dei cardinali...". Il momento clou? Senza dubbio la fumata decisiva: "Mi trovavo nel ‘Braccio di Carlo Magno’, in Vaticano, e stavo dando le spalle al comignolo. La fumata non l’ho vista subito, ma l’ho percepita dal boato che si è alzato tra la folla. In quel momento non c’entra se sei fedele o no: è un’emozione che accomuna tutti".
Poi il primo discorso di Leone XIV: "Mi è piaciuto immediatamente – racconta Mattia –, soprattutto perché se ne percepiva l’emotività e, quindi, anche la profonda umanità. Penso che sarà un buon Papa e la sua storia personale parla per lui. Credo che terrà in grande conto anche la comunicazione con i media, proprio come fece il Santo Padre a cui si è ispirato, Leone XIII, e questo sarebbe molto positivo per quello che è rapporto tra le persone e la Chiesa".
A proposito di media, mentre assisteva alle fasi cruciali dell’elezione, Siboni non mancava di raccontare tutto online: "Ho tenuto una specie di video-diario in cui, in prima persona, raccontavo i fatti che vedevo, ma anche le mie sensazioni personali. Questo è il mio modo di comunicare: diretto e informale, addirittura amichevole. Ho fatto anche alcune interviste. Purtroppo non mi è stato possibile incontrare i cardinali, che erano quasi inaccessibili, ma in compenso ho incontrato un vecchio amico di Prevost che arrivava da Chiclayo, la sua diocesi in Perù, e ho raccolto la sua testimonianza sul lato umano di quel Papa che, pian piano, tutti stiamo imparando a conoscere".