Il dottore che fece grande il basket Si è spento Romano Tramonti

Morto a 94 anni. Medico di base, nel ’46 fu uno dei fondatori della Libertas. I funerali domani a San Mercuriale

Il dottore che fece grande il basket  Si è spento Romano Tramonti
Il dottore che fece grande il basket Si è spento Romano Tramonti

Se n’è andato ieri alle 10 alla residenza ‘Al Parco’ dove si trovava da pochi giorni prima di Natale, quando non si era sentito bene nel suo appartamento di corso Mazzini dove viveva da sempre, da solo. Classe 1928, il 27 luglio avrebbe compiuto 95 anni.

Romano Tramonti, per tutti ‘il dottore’, ha lasciato un segno profondo nelle tante persone che ha conosciuto e soprattutto nel mondo della pallacanestro forlivese e della Libertas 1946, diventata grande grazie a lui. E all’aiuto dell’onorevole Gino Mattarelli, suo grande amico e compagno di partito nella Dc.

Il dottor Tramonti non era personaggio da mezze misure, per lui la vita era bianca o nera. Così o eri nelle sue grazie e la sua generosità, la sua bonomia e la sua gentilezza non avevano confini, o non gli andavi a genio ed allora i rapporti erano – eufemismo – freddi, distaccati per non dire inesistenti.

Facevano eccezione i giocatori della squadra di basket da lui amati e coccolati, da quelli degli anni ‘60 a seguire, fino al suo ritorno in società quando venne ‘richiamato’ dall’amico Angelo Rovati (uno dei suoi giocatori); le opere liriche di cui era appassionato; e la cucina. Già, perché la vera passione del ‘dottore’, oltre al basket, era cucinare. Romano Tramonti era un cuoco sopraffino che amava cucinare non tanto per sé quanto per il ristretto gruppo di amici che avevano il privilegio di essere invitati alle sue cene. Tramonti si dilettava ai fornelli con piatti spesso di sua invenzione o con ricette dei migliori chef mondiali. Ne sanno qualcosa i giocatori di Becchi, Brina o JollyColombani che dir si voglia che negli anni della sua presidenza sceglieva di portare a cena nel tal ristorante rinomato e prestigioso, e questo anche a costo di deviazioni piuttosto lunghe tornando dalle trasferte. Da fervente cattolico c’era anche l’altro lato della medaglia: la domenica mattina in la squadra era caldamente consigliata di andare a messa. E se lo diceva il dottore...

Medico competente e preparato con l’ambulatorio in corso Mazzini praticamente di fronte a casa, il ‘dottore’ era diventato noto per riuscire a capire da poche parole dello stupefatto paziente la cura adatta al suo problema di salute e liquidarlo così in pochi minuti.

Famose anche le riunioni dei vari consigli direttivi della società di basket che venivano convocati con cadenza periodica. Lui metteva sul piatto di fronte ai consiglieri (fra i quali il fraterno amico e collega prof Achille Galassi) l’argomento all’ordine del giorno, poi non diceva più una parola e lasciava che la discussione infuriasse. Per poi dopo alla fine lasciare tutti di sale e dire che la decisione l’aveva al riguardo già presa lui. E non tutti la prendevano bene.

Per anni Tramonti fece parte del consiglio direttivo della Lega Basket. Non fu mai uno sportivo praticante perché scelse fin da giovane di fare l’arbitro. Ha vissuto una vita in solitudine (non si è mai sposato e non ha mai avuto figli) accudito da due cugine e circondato da pochi amici, dai suoi piatti di cucina, dalla musica e dai suoi tanti ricordi. I suoi vecchi giocatori non lo hanno mai dimenticato. Gli telefonavano ma lui non voleva più sentirli e non perché non tenesse a loro: "Voglio che mi dimentichino o che mi ricordino com’ero. Io li ricordo tutti e sono affezionato a tutti". Maurizio Gherardini ds del Fenerbahce, da Istanbul è molto dispiaciuto: "Al dottore dovrò sempre tantissimo". I funerali si terranno domani alle 10.15 a San Mercuriale.

Stefano Benzoni