Il figlio di Baldini: "Tour? Ci spero ancora C’è tempo per onorare Ercole. Anche al Giro"

Mino non si arrende: "Manca un anno e mezzo al via, non sarà impossibile cambiare leggermente il percorso". E smorza le polemiche sull’esclusione: "Cassani è mio amico e lo era anche di mio padre. Non credo a uno sgarro"

Il figlio di Baldini: "Tour? Ci spero ancora  C’è tempo per onorare Ercole. Anche al Giro"

Il figlio di Baldini: "Tour? Ci spero ancora C’è tempo per onorare Ercole. Anche al Giro"

Complimenti, un po’ di rammarico e una tiratina d’orecchi. L’annunciata partenza del Tour de France 2024 dall’Italia, con due tappe molto, molto romagnole, ha naturalmente suscitato entusiasmo ma anche malumore per il mancato passaggio da Forlì, soprattutto dopo l’ultimo recente ultimo saluto a due fuoriclasse forlivesi delle due ruote come Arnaldo Pambianco ed Ercole Baldini. Se è vero che le tre tappe del 29-30 giugno e 1° luglio, come scritto proprio dagli organizzatori della Grand Boucle, sono l’omaggio a tre grandi del ciclismo italiano come (in ordine di tappa) Bartali, Pantani e Coppi, allora è vero che passare da Forlì avrebbe avuto un significato davvero importante.

Va ricordato che è la prima volta in 120 anni che il Tour parte dall’Italia, e lo fa esattamente 100 anni dopo la vittoria del primo italiano, Ottavio Bottecchia. E anche questo viene rimarcato dall’organizzazione stessa: dunque qualche pensiero in più ai grandi forlivesi si poteva anche fare, come sostiene Mino Baldini, figlio del grande Ercole che pure si complimenta con la Regione e con Davide Cassani per l’iniziativa. "Tutto quel che è sportivo è sempre estremamente positivo – dice lo stesso Mino Baldini – se si riesce a portarlo nelle nostre zone. Quindi prima di tutto devo fare i complimenti a chi è riuscito a portare il grande ciclismo dalle nostre parti. Davide Cassani, che ha seguito in prima persona questa collaborazione tra l’Emilia Romagna e il Tour, è un caro amico, mio personale, come lo è stato di mio padre, quindi non credo si sia trattato di uno sgarro fatto a lui. Tuttavia mi sarebbe davvero piaciuto che quella che oramai è diventata la corsa a tappe più importante passasse da Forlì. In verità ci spero ancora: non sarebbe impossibile cambiare leggermente il percorso, visto che la gara scatterà fra un anno e mezzo. Sarebbe la giusta maniera per onorare mio padre e quanto ha fatto lui nel ciclismo".

Naturalmente Baldini si augura che, in ogni caso, possa essere il Giro d’Italia a ricordare al meglio suo padre. Dalla maglia gialla a quella rosa: "Spero che possa esserci un’attenzione per il babbo nella nostra corsa a tappe, visto che siamo italiani e questa dobbiamo valorizzare. Ovviamente si è investito tanto su una gara francese per avere tutto questo e spero che possa servire".

Indubbiamente, per una zona a forte connotazione turistica, l’indotto generato dal Tour è, almeno sulla carta, imponente: si parla di non meno di 120 milioni di euro. E le strade del Forlivese e della Romagna entreranno nelle case di 150 milioni europei, tanti sono (secondo di dati di Glance-Uer) gli utenti che hanno acceso il televisore per almeno un minuto, guardando la corsa francese. E le ore viste in diretta, sempre in Europa, sono pari a 715 milioni. Cifre sbalorditive alle quali se ne sommano altre: 4 milioni di francesi guardano quotidianamente la gara e quando vincono corridori di altri paesi l’audience nella loro nazione è impressionante. Nel periodo dei successi danesi per Jonas Vingegaard, si è arrivati ad avere uno share di oltre il 70% di telespettatori biancorossi collegati in pianta stabile col Tour.

Ugo Bentivogli