
Ex assessore, ora docente universitario, rilancia la sua prima proposta: "Il carcere è recente e di scarso pregio, lì torni un grande giardino".
Valerio Melandri, ex assessore alla cultura della precedente giunta Zattini, lei dirige il master in Fundraising. Sulla base della sua esperienza come amministratore e docente, ritiene che sarebbe giusto percorrere l’idea del sindaco? Un Campus 2 nell’attuale carcere...
"Penso che tra le varie strade percorribili sia una delle migliori".
Il Campus ha bisogno di ampliarsi?
"Il Campus del quale disponiamo ora è sostanzialmente adeguato, salvo l’attuale assenza di un’aula magna che, però, sarà colmata una volta terminati i lavori all’auditorium Conad".
L’auditorium all’ex Gil, in viale della Libertà, sarà adibito ad aula magna?
"L’idea era quella: di sera ci saranno i concerti e di giorno sarà a disposizione dell’università in una zona non lontana dal Campus e in un edificio di pregio".
Alcuni corsi di laurea, però, lamentano una carenza di aule.
"Sì, è vero, manca qualche aula, ma teniamo conto che quello che ospita il carcere è un immobile gigantesco".
Significa che l’investimento sarebbe sproporzionato rispetto alle reali necessità?
"Sì, se si pensa di fare semplicemente un blocco di aule. Quella che si dovrebbe portare avanti sarebbe un’operazione più articolata".
A cosa si riferisce?
"L’università oggi non è più appetibile se ha più aule, ma se ha un’offerta più ricca. Bisogna puntare molto, ad esempio, su quella zona intermedia tra mondo dello studio e mondo del lavoro: la zona della Rocca potrebbe ospitare laboratori, startup, impianti sportivi, aree adibite alla ricerca e all’attività scientifica…".
Lei ha parlato di ‘varie strade percorribili’. Quali sarebbero?
"Io lo dichiarai a suo tempo e lo ribadisco: secondo me la migliore idea in assoluto sarebbe quella di buttare giù tutto".
Intende il carcere, non l’antico maniero.
"Sì. Qualcuno vede questa mia posizione come un’eresia, ma ricordiamoci bene che quello dove oggi c’è il carcere in origine era un giardino. L’edificio è successivo, risale a poco più di cent’anni fa e non è di pregio architettonico".
E dopo la demolizione cosa potrebbe diventare quell’area?
"Un grande parco all’americana. Le mura, naturalmente, sono storiche e andrebbero preservate. All’interno si avrebbe un bellissimo spazio verde dove si potrebbero tenere i concerti estivi. Sarebbe un enorme arricchimento per la città".
L’investimento per realizzare un Campus 2 sarebbe ingentissimo. Affrontabile?
"Si parla di almeno 30 o 40 milioni solo per le fasi iniziali. E i tempi saranno lunghi. Teniamo in considerazione anche che il Comune sta già lavorando sulla riqualificazione dell’ex Eridania e della Ripa, anche per questo, pensando al futuro della Rocca, ho sempre puntato sulla demolizione".
Ipotesi incompatibile con un Campus 2, però.
"Penso che, una volta trasferita la casa circondariale, la Soprintendenza metterà dei vincoli. A quel punto resterebbe l’ipotesi universitaria, comunque buona".