Il mercato delle Erbe: "Vogliamo ripartire e organizzare eventi, ma ci frena la burocrazia"

Renata Furia, ex presidente dell’associazione degli operatori: "Ci siamo sciolti per colpa del Covid, troppi vincoli normativi da rispettare" .

Il mercato delle Erbe: "Vogliamo ripartire e organizzare eventi, ma ci frena la burocrazia"

Il mercato delle Erbe: "Vogliamo ripartire e organizzare eventi, ma ci frena la burocrazia"

"Questo luogo può diventare il fiore all’occhiello del nostro centro storico, ma bisogna essere un po’ visionari e non ci si può perdere nelle regole burocratiche". L’evento con Massari? "Ci hanno avvisato due settimane prima, è passata anche l’assessora Andrea Cintorino".

Nel mirino di Renata Furia, che gestisce una macelleria, che stanno dentro il perimetro del mercato coperto di piazza Cavour, non c’è la giunta, ma piuttosto l’Unità Mercati del Comune. Renata è stata la presidente dell’associazione Mercato delle Erbe, nata nel 2019 con 32 adesioni, allo scopo di farsi promotrice di eventi in quell’area. L’associazione, da qualche mese, è stata sciolta, ma l’intenzione degli operatori è quella di ricostituirsi in forma di consorzio.

"C’è una bella energia tra noi, e il mercato è un work in progress, che però va troppo a rilento". Appena costituitasi, quattro anni fa, l’associazione ha ottenuto un finanziamento di 30mila euro dall’amministrazione comunale, somma con la quale hanno potuto organizzare diversi eventi. "Il Natale del 2019 qui è stato bellissimo: abbiamo installato una tensostruttura e invitato il teatrino per bambini di Ravenna, un gruppo gospel, l’Auser di Santa Sofia, c’erano gli Alpini e abbiamo servito il vin brulé. Poi è arrivato il covid". La pandemia ha cambiato tutto. "In quel periodo, hanno chiuso i cancelli e concesso l’ingresso a poche decine di persone alla volta: una decisione che ha sfiorato il ridicolo anche perché, in questo modo, creavano un assembramento molto rischioso per il contagio".

La situazione è diventata difficile per tutti e gli associati hanno iniziato a demotivarsi. Di lì a poco, l’associazione si è sciolta. "Ci ritrovavamo troppo spesso a fare da tramite tra gli operatori e la direzione, anche per sopperire alle carenze di comunicazione. Ma era un compito per cui spesso non avevamo le competenze necessarie e, soprattutto, non era questa la nostra missione originaria". Uno dei problemi che lamenta Renata è l’eccesso di burocrazia imposta agli operatori. "A volte, piccoli problemi diventano scogli insormontabili. Inoltre, ci sono continui vincoli normativi: basti pensare che per le aperture serali, ci vuole un’ordinanza e dobbiamo rivolgerci alla Cna. Quanto al nuovo regolamento, non siamo stati nemmeno consultati".

Il primo problema è costituito proprio dalle aperture serali. "La sera del 31 ottobre molti di noi sono rimasti aperti e, con la vineria ’Genere’, abbiamo organizzato una sfilata con i vestiti dei negozi del centro storico: il risultato è stata la chiusura per quattro giorni imposta alla vineria per un difetto nell’autorizzazione di una parte dell’evento".

Insomma, Renata e non solo lei, lamenta una eccessiva rigidità da parte della direzione nell’applicare le regole. E poi, ci sono le tante incongruenze.

Come la mancata autorizzazione a tenere aperto il cancello di via Matteucci. "Si potrebbe aprire anche solo un piccolo varco, magari per consentire l’ingresso e la sosta delle biciclette: si è preferito allestire una rastrelliera nell’area di un box che doveva andare all’asta. E che dire del parcheggio che attualmente, è agibile solo in parte? Per non parlare, a proposito di decoro, di uno degli ingressi pedonali laterali". E torna, Renata, sul problema del difficile rapporto con la direzione, che finisce con l’ostacolare l’organizzazione delle attività: "per il prossimo Natale avevamo tante idee, ma la vicenda del 31 ottobre ci sta un po’ frenando".

Paola Mauti