Il quadro di Lega? Il coraggio c’è, ma serve di più

Marco

Bilancioni

itrosia", ha detto Sgarbi. Ed è un male di cui talvolta soffrono la nostra politica, economia e anche la cultura. Ma nel caso delle grandi mostre la metafora deve essere necessariamente diversa: Forlì era sì chiusa in una stanza come la donna di Lega, non poteva far altro che guardare fuori le altre tra una stecca e l’altra. Ma, anche così, ha saputo vedere un’opportunità diversa. Quella del San Domenico. Da qui in poi bisogna immaginare un altro film: la donna spalanca la finestra e invita i passanti a entrare. È ciò che gli investimenti della Fondazione spingono a fare e chi non l’ha capito, questo sì, sbaglia come dice Sgarbi. Se il quadro fosse davvero dedicato a Forlì dovrebbe piuttosto intitolarsi: ‘Tra timidezza e coraggio’. Perché ci sono ancora esitazioni, ma il più è stato fatto. Come dice l’assessore regionale Mauro Felicori: siamo molto sottovalutati. Il nostro valore dipende da quel coraggio, il deprezzamento (anche) da quella timidezza. E ha fatto bene il sindaco a ricordare il caso del video tedesco. Cambierà qualcosa? L’importante è che la Regione non ci trovi più nascosti dietro una finestra chiusa.