
di Fabio Gavelli
Entro l’estate inizierà nella zona dei Portici la costruzione della prima Casa della comunità di Forlì. Quella che fino a poco tempo fa si chiamava Casa della salute sarà una sorta di grande centro sanitario, aperto 24 ore al giorno, vi lavorerà quasi un centinaio di operatori, fra medici, infermieri, assistenti sociali e personale amministrativo. Finanziato dal Pnrr, costerà circa 16 milioni di euro.
Francesco Sintoni, lei è direttore del distretto sanitario di Cesena, valle del Rubicone e, ad interim, di Forlì: a che punto sono i preparativi?
"Il progetto definitivo è già stato approvato da Ausl Romagna, a breve la ditta cui sono stati affidati i lavori presenterà anche quello esecutivo. I cantieri saranno all’opera entro settembre".
Quando sarà pronta?
"Se non ci saranno problemi, l’edificio sarà completato a fine 2025 e nei primi mesi dell’anno successivo attiverà le sue funzioni. Verrà realizzato nello spicchio dell’area dei Portici, vicino alla ciminiera, sul lato di viale Vespucci".
Quali saranno le dimensioni dell’edificio?
"Parliamo di circa 3mila metri quadri complessivi, distribuiti su piano terra, primo e secondo piano, oltre a uno spazio interrato. Non ci saranno uffici direzionali. Troveremo invece sale riunioni e studi professionali".
Partiamo con i servizi a disposizione dei cittadini.
"Possiamo cominciare con il Cup e i servizi amministrativi attualmente collocati in viale Colombo, l’anagrafe sanitaria e l’ufficio esenzioni. Non mancherà uno spazio polivalente per le associazioni di volontariato, che svolgeranno un ruolo fondamentale all’interno della struttura".
Una novità sarà il Punto unico di accesso socio-sanitario: in cosa consiste?
"È il luogo informativo in cui verrà valutato il bisogno del paziente, che sarà poi indirizzato verso un percorso. In sostanza, il Pua, come viene abbreviato, deve facilitare l’accesso ai servizi. Attenzione, in futuro lo vedremo nella Casa della comunità, ma nel frattempo sarà comunque attivato sul territorio, anche se al momento si sta cercando la collocazione".
Nel centro che sta per essere edificato troveranno spazio anche i Centri di assistenza e urgenza (Cau) per trattare i casi meno gravi che ora fanno riferimento al Pronto soccorso?
"La Casa della comunità è il luogo naturale per insediare quello di Forlì. Per ora, si tratta di un progetto della Regione che dovrebbe essere definito nei prossimi mesi, quindi ora è presto per parlarne. Di Cau, nel Forlivese ne sono previsti altri 3-4, oltre a quello di città".
Può fare qualche esempio di patologie che saranno curate nel futuro centro e non al Ps?
"Piccoli traumi, coliche non gravi, lombalgie; alla fine sarà un buon numero di situazioni".
La Casa della comunità avrà anche una farmacia?
"Certo, si occuperà soprattutto della distribuzione di terapie avanzate in campo oncologico e altro".
Altre funzioni?
"Il Punto prelievi di tutto il materiale biologico, gli ambulatori di psicologia, gli studi degli assistenti sociali".
I medici di medicina generale?
"È previsto un nucleo con 5-6 medici, oltre agli infermieri: il progetto è che siano all’opera 24 ore al giorno. In totale alla Casa della comunità faranno riferimento quasi un centinaio di operatori sanitari".
Come sarà reperito tutto il personale? Sono previste assunzioni?
"Poiché il Pnrr finanzia la costruzione dell’edificio, si libereranno risorse per il personale. Sottolineo però che sarà effettuata anche una riorganizzazione delle funzioni sanitarie".
Quali strumentazioni saranno installate?
"Gli apparecchi per ecografie, elettrocardiogrammi, radiografie ed elettrocardiogrammi". Un’area sarà dedicata anche agli anziani?
"È così. Per esempio sarà la base degli infermieri di famiglia per l’assistenza domiciliare ai pazienti cronici e nella stessa struttura ci sarà il centro per i disturbi cognitivi. All’ultimo piano troveranno posto anche i servizi di promozione della salute".
Cosa resterà in viale Colombo?
"Il polo rimarrà, con l’implementazione del consultorio e della neuropsichiatria".