SOFIA NARDI
Cronaca

In equilibrio precario ‘Antigone’ alla Rocca:: "Clima generale sereno, ma struttura vecchia"

L’associazione che opera per la tutela dei diritti nelle carceri fa il bilancio della situazione nel 2024: non c’è sovraffollamento, le celle però sono anguste.

L’associazione che opera per la tutela dei diritti nelle carceri fa il bilancio della situazione nel 2024: non c’è sovraffollamento, le celle però sono anguste.

L’associazione che opera per la tutela dei diritti nelle carceri fa il bilancio della situazione nel 2024: non c’è sovraffollamento, le celle però sono anguste.

"Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni". Lo scrisse Fëdor Dostoevskij riflettendo sulla sua esperienza di prigionia, convinto che le condizioni dei detenuti possano raccontare molto su tutta la comunità. Se questo assunto è vero, assume un valore ancora più pregnante lo studio condotto nel corso del 2024 dall’associazione Antigone che, come già in precedenti occasioni, ha visitato tutti i dieci istituti di pena della regione per monitorarne le condizioni.

Lo studio dell’associazione, report pubblicato ieri, mostra come Forlì sia in controtendenze rispetto ad altri istituti carcerari dell’Emilia-Romagna, oltre che agli standard nazionali. Tra i temi più cruciali, infatti, c’è quello del sovraffollamento: Forlì, insieme a Reggio Emilia, Piacenza e Ravenna, è al di sotto della capienza regolamentare. Ma entriamo nei dettagli. Durante la visita, avvenuta il 25 luglio 2024, Antigone (associazione che tutela i diritti nel sistema penale e penitenziario) ha registrato nella sezione maschile 153 presenze a fronte di una capienza di 160 posti e in quella femminile 21 detenute per 21 posti.

I punti deboli riguardano soprattutto la vetustà dell’edificio, ancora alla Rocca di Ravaldino a causa dei molti stop che hanno interessato l’ultra ventennale cantiere per la realizzazione della nuova casa circondariale: "L’istituto presenta i consueti problemi strutturali – si legge nel rapporto –. Mancano gli spazi per la socialità, le celle sono piccole e anguste, una sezione del terzo piano è ancora chiusa in attesa di ristrutturazione a seguito dei danni provocati dall’alluvione".

Nonostante ciò "Forlì compensa con la forte vocazione trattamentale che lo caratterizza da tempo, mantenutasi anche con il recente cambio della direzione. L’offerta risulta ricca, così come le attività offerte dal volontariato".

La visita estiva ha evidenziato comunque un altro problema, legata alle alte temperature, una criticità che però si è cercato di risolvere: "Nella sezione adibita al trattamento ordinario le celle dovrebbero rimanere chiuse, tuttavia, la direzione ha chiesto una deroga per il periodo estivo, dato che le celle delle sezioni maschili mancano di cancelli e si chiudono solo mediante blindi, una mancanza che rende la permanenza nella sezione chiusa durante i mesi estivi particolarmente dura, sebbene nelle celle vi siano ventilatori". Meglio, invece, nel reparto femminile "dove le celle sono più ampie e i locali doccia risultano essere meglio manutenuti".

Buone anche le condizioni generali: "In questo istituto è garantita copertura medica continuativa. Il clima generale appare disteso, e solida la collaborazione tra le diverse figure che operano nell’istituto", ma "si segnala la difficoltà di contatto dei detenuti con il magistrato di sorveglianza che nell’anno 2023 si è recato in istituto una sola volta". Il carcere di Forlì, insomma, mostra un equilibrio precario tra buone pratiche e criticità, mentre prosegue l’attesa, carica di promesse, che il nuovo istituto al Quattro veda finalmente la luce.