
Prima le imprese, poi le famiglie. Ma l’ordinanza per i privati ricalcherà in gran parte quella dedicata alle attività produttive, che vedrà la luce domani al ministero delle politiche agricole (perché, appunto, i rimborsi arriveranno anche nei campi). Lo ha spiegato ieri il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza alluvione, ospite ieri del municipio di Forlì. Il militare ha parlato di fronte al mondo economico cittadino, ai sindacati e ai rappresentanti dei quartieri colpiti dal disastro.
I tempi: dal 15 novembre sarà attiva la piattaforma Sfinge per presentare le domande. Le modalità: tre gli scaglioni, fino a 20mila euro saranno erogati subito; il restante fino a 40mila, alla fine dei lavori; chi ha avuto danni ancora più ingenti – e non sono pochi – arriverà comunque al 100% ma in un secondo momento. Ieri, Figliuolo ha comunque ribadito la promessa del governo di arrivare al totale ristoro. Una volta partiti con i rimborsi alle imprese, toccherà alle famiglie. Figliuolo ha rassicurato: "I soldi ci sono. Da 120 milioni siamo passati a 640". Ha promesso procedure snelle, affidamento diretto dei cantieri fino a 500mila euro, assunzioni veloci di 250 dipendenti extra per i Comuni, nonché nuovi lavori: altri 250 milioni per somme urgenze, 243 per la "sicurezza idraulica" dei fiumi, 450 per ripristinare le strade interrotte. "Cercheremo di fare le cose bene e velocemente. Stiamo lavorando con buon senso e pragmatismo", ha detto.
A Forlì ha toccato con mano gli effetti dell’alluvione. La tappa simbolo è stata ai Romiti, quartiere lungo il fiume Montone letteralmente sommerso il 16 maggio, in particolare le vie Locchi e Nervesa: lì si sono formate voragini, ora chiuse, ma sulle strade resta ancora il fango. Diversi cittadini lo hanno aspettato: "Dicono che va tutto bene, ma non è vero", gli ha detto una donna. Poi un anziano gli ha mostrato la lettera con cui è stata bocciata la sua richiesta di contributi economici: "La butti via lei al posto mio..."
Un’altra lettera, decisamente particolare, è stata spedita al generale lunedì (ma anche al governatore Stefano Bonaccini, alla Provincia di Forlì-Cesena e alla Prefettura). Mittente: Maurizio Monti, sindaco del piccolo Comune di Portico e San Benedetto, meno di 800 abitanti al confine con la Toscana. Il primo cittadino ha raccontato la disavventura – che poteva finire in tragedia – di Federico Pace, imprenditore 55enne nonché consigliere comunale, che si è ferito a una gamba lavorando nella sua azienda agricola. A dividerlo dal paese, c’è una frana che risale a maggio. Non sono riusciti a raggiungerlo né l’elicottero del 118 né l’ambulanza: i soccorritori hanno dovuto portarlo a spalla scavalcando la frana. L’uomo non è in pericolo di vita ma il sindaco tuona: "Siamo isolati da tutto".
La risposta è forse quella che Figliuolo ha dato ieri a un imprenditore forlivese alluvionato, prima di promettere di tornare presto: "Avete trovato la forza di avere forza".