Nel lungo elenco di danni alle parrocchie del Forlivese collegati all’alluvione di maggio stilato dalla diocesi di Forlì-Bertinoro compare anche una chiesa che non si trova nelle zone alluvionate: si tratta di Santa Lucia, in corso della Repubblica. Qui i danni stimati ammontano a ben 130mila euro. La costruzione della chiesa, particolarmente cara ai forlivesi perché è proprio qui che si celebra il culto della santa protettrice della vista, prese il via 1614 su iniziativa dei monaci Minimi, il cui convento insisteva proprio accanto. La conclusione dei lavori è attribuita all’architetto forlivese Giuseppe Merenda, mentre la facciata è successiva, infatti risale al 1829. "I problemi erano precedenti all’alluvione – spiega il tecnico della diocesi, l’architetto Claudio Giannelli –, ma le forti piogge di maggio hanno peggiorato la situazione. Abbiamo riscontrato cospicue infiltrazioni dalla copertura, in particolare nella navata laterale destra dove si trovano le cappelle e gli altari. Qui l’acqua è discesa lungo i muri lavando le superfici dipinte e provocando l’ammaloramento degli intonaci sottostanti".
Le parti dipinte, nella fattispecie, sono decorazioni murarie, soprattutto floreali: "Non sono affreschi di particolare pregio – specifica Giannelli –, però costituiscono l’apparato decorativo della chiesa ed è bene che vengano mantenuti". Qualche problema si è riscontrato anche nella parte della copertura alta dell’ala liturgica: "Qui – va avanti Giannelli – c’è un problema di tenuta dell’acqua che mette in pericolo la volta decorata dell’abside". "Ma non si tratta solo delle decorazioni interne, che pure è un vero peccato perdere – tiene a precisare il parroco don Nino Nicotra –. Il problema più serio è la copertura in sé che ha dimostrato di non avere una resistenza sufficiente già da molto tempo prima dell’alluvione. Ora il peggioramento è stato drastico ed è importante intervenire".
Conferma l’architetto: "Abbiamo svolto un’ispezione in quota per verificare lo stato dei coppi e del manto di copertura e stiamo procedendo a ulteriori verifiche. Senz’altro la priorità è la manutenzione del tetto. Il manto va completamente smontato per controllare che sia presente uno strato impermeabilizzato. Possiamo già dire che presumibilmente non lo troveremo, perciò si dovrebbe procedere con l’impermeabilizzazione e il successivo riposizionamento dei coppi, sostituendo tutte le parti ammalorate". In questo modo la chiesa di Santa Lucia sarebbe intanto tutelata da future piogge, in attesa di poter procedere con il restauro delle decorazioni.
Sofia Nardi