MADDALENA DE FRANCHIS
MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Innovazione aeronautica: "L’acqua come carburante per i veicoli spaziali"

Si svolgerà nei laboratori universitari forlivesi il progetto europeo ’Wet’ "Vogliamo trasformare la Luna nella base di rifornimento per i satelliti in orbita" .

Si svolgerà nei laboratori universitari forlivesi il progetto europeo ’Wet’ "Vogliamo trasformare la Luna nella base di rifornimento per i satelliti in orbita" .

Si svolgerà nei laboratori universitari forlivesi il progetto europeo ’Wet’ "Vogliamo trasformare la Luna nella base di rifornimento per i satelliti in orbita" .

di Maddalena de FranchisCome si può evitare che i satelliti già in orbita restino ‘senza benzina’, rischiando così di esaurire anzitempo la propria missione e trasformarsi rapidamente in detriti spaziali inutilizzabili? È partito da questa semplice domanda Fabrizio Ponti, docente di Propulsione aeronautica e spaziale al Campus di Forlì e coordinatore dell’ambizioso progetto ‘Wet’ (acronimo di ‘Water-based Electric Thrusters’). Finanziato con fondi europei del programma Horizon, il progetto coinvolge atenei e istituti di ricerca di diversi Paesi e intende sfruttare l’acqua – trasformata in plasma – come propellente per propulsori elettrici progettati ad hoc, capaci, a loro volta, di azionare i veicoli spaziali. Lo studio internazionale durerà tre anni – ma potrebbe avere ulteriori sviluppi – e si svolgerà prevalentemente nel laboratorio denominato ‘Alma Propulsion laboratory’, all’interno del campus forlivese.

"Se un satellite in orbita esaurisce il propellente, diventa un detrito spaziale, un oggetto morto a tutti gli effetti – spiega il professore –. Inviare il propellente dalla Terra per alimentare i satelliti e mantenerli in orbita è un’operazione estremamente costosa. Usare l’acqua – risorsa già disponibile su molti corpi celesti, tra cui la Luna – contribuirebbe ad abbattere i costi e a ridurre l’impatto ambientale delle missioni spaziali, grazie al prolungamento dell’operatività dei satelliti". Il docente si spinge ancora più avanti, immaginando un futuro in cui la Luna diventerebbe la base di rifornimento per i satelliti in orbita intorno alla Terra (ad esempio, quelli dediti alle telecomunicazioni o alle osservazioni meteo): una sorta di moderna ‘stazione di benzina’, insomma, in grado di dischiudere prospettive inedite per l’esplorazione dello spazio profondo.

"Ionizzeremo l’acqua in modo da generare un plasma, ovvero quello stadio della materia nel quale ioni ed elettroni sono liberi di muoversi contemporaneamente, come accade nel sole e nelle lampade a neon – prosegue il docente forlivese –. Il nostro team di ricerca studierà i processi che regolano la formazione e il comportamento del plasma, con l’obiettivo di progettare un propulsore elettrico capace di azionare i veicoli spaziali". I laboratori forlivesi saranno potenziati, dunque, per consentire la validazione sperimentale delle nuove tecnologie e dar vita a un nuovo modello di propulsore, che sarà particolarmente adatto ai piccoli satelliti.

Se gli si chiede entro quando si dovrebbe realizzare tutto questo, Ponti risponde così: "Mi aspetto che siano necessari da cinque a dieci anni per la messa in orbita di un propulsore. Parlare oggi di una base di rifornimento sulla Luna sembra fantascienza, ma la nostra idea – accolta con interesse anche dall’Esa (Agenzia spaziale europea) – consiste proprio nel porre le basi della propulsione satellitare a base d’acqua. Una tecnologia con numerose applicazioni, che potrebbe aprire notevoli opportunità per la ricerca e l’industria".