
Tutte e tre le cariche hanno offerto la loro disponibilità alle dimissioni. Ma cosa accadrà?. Alcuni soci hanno bocciato l’ipotesi di Luca Zambianchi al posto di Fabrizio Miserocchi.
Chi guiderà l’Irst nei prossimi anni è ancora tutto da decidere, ma i giochi sono ufficialmente aperti. Durante l’assemblea dei soci del 30 aprile – a cui hanno partecipato il presidente della Regione Michele de Pascale, l’assessore regionale alle Politiche sanitarie Massimo Fabi e i rappresentanti delle realtà pubbliche e private socie dell’Istituto – il presidente Fabrizio Miserocchi, il direttore generale Lorenzo Stefano Maffioli e il responsabile scientifico Nicola Normanno hanno manifestato la loro disponibilità a rimettere gli incarichi. Le dimissioni, per ora congelate, resteranno sul tavolo fino all’approvazione del bilancio consuntivo 2024. Nel frattempo, prende corpo il toto-nomi per la presidenza.
Secondo alcune fonti, tra le figure emerse c’è quella di Luca Zambianchi, medico responsabile del day hospital oculistico di Villa Igea e già componente del consiglio d’amministrazione dell’Irst per la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Zambianchi ha gestito durante il periodo pandemico la casa di riposo Zangheri, la più grande struttura per l’assistenza degli anziani in città, quando subentrò a Wilma Vernocchi restandoci fino a due anni fa. Il nome, però, non sembrerebbe trovare un consenso unanime tra i soci.
Anche la posizione di Lorenzo Maffioli, in carica dal 2023 su nomina della componente pubblica dell’Istituto, resta in sospeso. Con un passato da dirigente sanitario dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Varese, il direttore generale potrebbe lasciare l’incarico. Tuttavia, lo statuto dell’Irst stabilisce che la durata della carica sia di almeno tre anni (la stessa indicazione è applicabile anche al responsabile scientifico). L’aspirante successore di Maffioli deve avere alcuni requisiti specifici: oltre a particolari titoli di studio, la normativa prevede un’idoneità regionale e il successivo inserimento in graduatoria.
Infine, il direttore scientifico Nicola Normanno – arrivato nell’ospedale meldolese attraverso un bando pubblico nel 2024, con una selezione che ha coinvolto anche un rappresentante del Ministero della Salute – è al centro di valutazioni importanti. Secondo quanto è trapelato, sarebbe imminente il rinnovo del riconoscimento come Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico; l’unica struttura in Romagna con questa certificazione), un passaggio chiave che valorizza l’attività scientifica dell’Istituto. Il buon esito del processo sarebbe attribuibile, in parte, anche alla qualità del lavoro svolto nella ricerca, nelle pubblicazioni e negli studi clinici, di cui Normanno è tuttora referente. Per questo, molti vorrebbero che restasse. Se dovesse saltare, si guarderebbe all’Università: l’Alma Mater è anche socia dell’Irst.